Sangiovanni al Festival di Sanremo porta Farfalle e ha tanta voglia di leggerezza
Sangiovanni al Festival di Sanremo è un vero outsider, ma con numeri enormi. La sua canzone si chiama Farfalle e lui la racconta così: “Questo pezzo parla di un tempo in cui ero vittima di tanti dispiaceri, non riuscivo a respirare, trovare ossigeno. La voglia è quella di liberarsi di sentimenti tossici, prendermi una boccata d’aria”.
Sangiovanni, vai al Festival di Sanremo con Farfalle e ti liberi di un peso, quale?
“Sono tante le cose che mi hanno ferito. Soprattutto, non è semplice sopportare il giudizio degli altri, l’odio. Probabilmente vado al Festival di Sanremo per risolvere cose mie. Non mi piace nascondermi, il tormento fa parte della mia musica e l’odio che mi è stato buttato addosso mi ha fatto stare molto male. Mi ha fatto male soprattutto non essere considerato da alcuni come una risorsa nel panorama musicale”.
Tu e Aka7even, anche lui al Festival, avete radici comuni, che rapporto c’è tra voi?
“Aka è contento dei miei successi, io dei suoi, le nostre carriere iniziate nello stesso modo, come potrebbe esserci rivalità? Tutte invenzioni!”.
Come spieghi questo grande numero di artisti che come te vengono dalla città di Vicenza?
“Chissà, forse io, Francesca Michielin, Madame, giANMARIA, beviamo più birra degli altri. Scherzi a parte, è uan cosa incredibile, inspiegabile, ci conosciamo tutti. Ma devo dire che a Vicenza esiste questo tipo di cultura, ho molti amici che fanno musica per passione. Io sono contentissimo di rappresentare il territorio e un movimento così”.
Come è entrata nella tua vita la musica, che ti ha portato fin qui, al Festival di Sanremo?
“Fino a qualche anno fa non pensavo di fare musica, mi ha scelto lei da un giorno all’altro, io cercavo solo un modo per comunicare. Ora le cose sono diverse, c’è una pressione che fa parte del mestiere. Ma ritengo di essere un grande privilegiato, cantare mi dà grande soddisfazione”.
Che forma di comunicazione avresti scelto se non avessi fatto il cantante?
“Sono affascinato dal disegno, dai paesaggi. E poi da ogni forma d’arte, da chi fa arte in contesti come la moda. Sono un grande fan di Virgil Abloh, un genio. Seguo moltissimo la moda e un giorno mi piacerebbe fare parte di questo mondo”.
In aprile esce il tuo album Cadere volare. Che disco sarà?
“Cadere volare rappresenta la vita, gli alti e i bassi, quello che succede a tutti. Un attimo prima di muoverti non sai se stai per cadere o volare. A questo disco riservo le parti più belle di me, tutte insieme. Ci sono pezzi intimi e forse c’è il brano più bello che abbia mai scritto. Spero non ci sia pregiudizio verso ciò che posso sembrare. In futuro sogno anche grandi duetti internazionali con artisti che sento simili, come Angèle, artista francese musica pop e James Smith”.
Finiamo con la cover che porti a Sanremo. Come mai hai scelto A muso duro?
“A muso duro l’ho scelta per il testo, naturalmente. Esprime la voglia di mantenere l’attenzione al proprio progetto musicale. La canterò con Fiorella Mannoia, dato il peso della canzone la considero un grande valore aggiunto”.
Di Elisabetta Sala