Per la settima volta al Festival di Sanremo Noemi punta, ancora, sull’amore e sullla consapevolezza
Al Festival di Sanremo per la settima volta Noemi, che ha festeggiato i 40 anni pochi giorni fa, è piena di energia. La sua canzone Ti amo non lo so dire è piena di energia e rappresenta in pieno un momento di cambiamento in atto già da un po’.
Ce la racconti, Noemi?
“Questa canzone è un altro tassello del puzzle che sto componendo. Non ho mai avuto tanta consapevolezza di me, sto usando la musica per fare questo. Già con Glicine mi ero rimessa a fuoco ma quest’anno voglio trasmettere una difficoltà. Ogni volta che cambi, devi ristabilire il contatto con le emozioni e con le persone che ti sono vicine, evitando ogni possibile equivoco. “Ti amo” è la cosa più coraggiosa che si può dire. Quando pronunci quella frase fai cadere ogni tipo di barriere. Io sono una persona che ti amo non lo sa dire, perché ci vuole un gran coraggio. Io invece non sono brava con le parole, faccio fatica ad esprimermi. Nelle canzoni mi viene più facile”.
Lavoravi, un anno fa al Festival, a un nuovo equilibrio. A che punto sei?
“Credo di averlo raggiunto ma è un lavoro che non finisce mai, c’è la manutenzione da curare. E uno sforzo per rafforzarsi diversamente agli altri: chi vive il cambiamento da “spettatore” a volte fatica a capire. Se mi chiedi come mi vedo oggi la risposta è benissimo, prima mi sfuggivo. La conquista più grande è stata capire che su certe cose potevo lavorarci. Pensare di poter fare un upgrade è bellissimo”.
Sei già stata al Festival di Sanremo sei volte, prima di quest’anno. C’è una tra le tue canzoni a cui sei particolarmente legata perché ti ricorda una fase speciale della tua vita?
“Amo tutte le canzoni che ho portato a Sanremo. Glicine ce l’ho nel cuore perché legata al mio ritorno sul palco più consapevole. In realtà ho sempre evitato di legare una canzone a una mia esperienza o a un mio momento di vita. Mi vedo più come strumento, la canzone per me è una rete che raccoglie me ma anche gli altri. Ho amato tanto anche Sono solo parole, e quel podio tutto femminile con Emma e Arisa”.
Questa nuova dimensione fisica ha cambiato anche il tuo modo di vestire?
“Hai voglia! Indossare il tubino per me è stata una grande conquista. Ingrassare così tanto, perdere di vista il mio fisico era il sintomo di una perdita di controllo su di me. Non mi piacevo e volevo piacermi. Un po’ di vanità, insomma!”.
Come mai hai scelto per la serata cover Natural Woman?
“Perché il mondo del blues e del soul sono stati il mio primo approccio alla musica, il mood che mi prendeva di più. Tutto quello che la musica mi ha insegnato è dentro questo pezzo e questo genere musicale. Aretha Franklin era una grande cantante ma non una diva, soprattutto è stata una voce per la sua comunità”.
Di Elisabetta Sala – foto di Attilio Cusani