A Venezia tanti brindisi nel nome dell’inclusività
Moët & Chandon a Venezia 79 con il format internazionale Toast for a Cause lanciato dalla fondazione no profit Diversity. Tanti gli ospiti che hanno brindato
Moët & Chandon a Venezia 79. Lo champagne più famoso del mondo brinda da quasi 100 anni ai successi di intere generazioni cinematografiche. Un secolo quindi di camei, red carpet, party, cerimonie e première in tutto il mondo. Simbolo della celebrazione di momenti iconici, anche quest’anno è tornato al Lido in occasione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica. Ma, ancora una volta, i calici sono stati alzati su inclusione e diversità.
Continua infatti la collaborazione della Maison con una delle realtà no-profit più attive in materia di sensibilizzazione ed educazione sul tema. Si tratta di Diversity, fondazione no profit, presieduta da Francesca Vecchioni, che punta a diffondere la cultura dell’inclusione. Ma anche a promuovere una rappresentazione valorizzante delle persone per genere, identità di genere, orientamento sessuale e affettivo, età, etnia e disabilità. L’obiettivo della fondazione è favorire una visione del mondo che consideri la molteplicità e le differenze come valori e risorse preziose.
Moët & Chandon a Venezia per un’iniziativa charity
Moët & Chandon è dunque riapprodato a Venezia 79 con il format internazionale “Toast for a Cause” creato nel 2009. Gli ospiti di Moët & Chandon brindano con una Mini Moët per celebrare l’impegno del brand a sostegno di una associazione benefica. Tanti gli ospiti che hanno brindato al Toast for a Cause. Tra questi Pierpaolo Spollon, Gianmarco Saurino, Michele Bravi, Hell Raton, Mara Sattei, Giorgia Soleri, Jenny Walton e Gaia Gozzi.
In questa occasione, sono stati presentati i risultati di un’importante ricerca. Si tratta dell’analisi qualitativa sul linguaggio inclusivo nelle traduzioni e negli adattamenti da altri idiomi. Non solo. L’indagine è stata focalizzata anche sulla rappresentazione di voci diverse nel doppiaggio italiano nel cinema. Da oltre dieci anni, infatti, In questi dodici mesi, infatti, Diversity compie un lavoro di ricerca sulla rappresentazione inclusiva nei prodotti mediali.
Lo studio ha previsto un’analisi dei processi che determinano questa rappresentazione nei prodotti cinematografici. Il cinema è considerato infatti un veicolo culturale fondamentale per costruire un immaginario collettivo davvero inclusivo. Grazie anche al sostegno di Moët & Chandon, Diversity designerà un team dedicato per disegnare soluzioni ai gap emersi dalla ricerca effettuata.
Di Cinzia Cinque