Matt Smith vi è rimasto nel cuore dai tempi di The crown? Gioite. Ora è di nuovo in tv nell’attesissima serie House of the dragon. Anche qui fa un principe, parecchio imprevedibile
Matt Smith. Con quella faccia inconfondibile. La gentilezza mai affettata e le spalle da nuotatore, il 39enne inglese è uno degli attori britannici più corteggiati della sua generazione. In Inghilterra è diventato stranoto nel 2009 nei panni dell’11esimo dottore di Doctor Who, serie cult oltremanica. Da noi ha invece fatto strage di cuori sei anni fa, interpretando, nelle prime due stagioni di The Crown, il Principe Filippo («Per me, una rockstar totale», dice di lui Smith).
Sul piccolo schermo con House of the Dragon
Adesso ce lo ritroviamo, biondissimo e ribelle, in uno dei titoli più attesi del 2022: House of the dragon. Parliamo del prequel de Il Trono di Spade, basato sull’opera fantasy Fuoco e sangue, di George R. R. Martin. La serie, in 10 puntate, in esclusiva su Sky e in streaming su Now, è stata girata tra Portogallo, Spagna e Gran Bretagna. Ed è ambientata circa 200 anni prima degli eventi raccontati ne Il Trono di Spade. Qui a tener banco c’è la straordinaria storia della Casata dei Targaryen, ad altissimo tasso di draghi, battaglie e amori folli. Matt Smith dà vita al Principe Daemon Targaryen, il fratello più giovane del Re Viserys nonché lo zio della protagonista, la futura regina Rhaenyra, interpretata da Emma D’Arcy.
Una epopea tra fratelli
Che tipo è Daemon?
«Un uomo molto complesso, tormentato e imprevedibile. Indomito guerriero e ottimo cavalcatore di draghi. Principe ribelle e poco incline a prendere ordini, specialmente dal Re Viserys, suo fratello. I due cercano in qualche modo, costantemente, l’approvazione l’uno dell’altro. Ma, anche se a tenerli stretti c’è il legame familiare, non sono affatto in sintonia. House of The Dragon può anche essere visto come la meravigliosa epopea di questi fratelli».
Cosa puoi dirci della tua relazione con la principessa Rhaenyra?
«Anche qui, abbiamo una situazione piuttosto complicata! È molto difficile raccontarla in poche parole senza rivelare troppo. Perché ci sono moltissime cose che accadono tra i diversi personaggi. Milioni di intrecci, di colpi di scena. Posso dire che Rhaenyra fa parte della mia famiglia, è mia nipote. E ogni volta che ci incrociamo sono palpabili complicità e tensione, odio e amore, rispetto e timore. Sopra tutte queste pulsioni contraddittorie c’è il fatto che Daemon crede di aver diritto al trono perché è il fratello del re, ma non solo. Ritiene che, essendo Rhaenyra una donna, non sarà mai incoronata».
Daemon è crudele ma simpatico
Ci tenevi parecchio, vero, a far parte del cast di House of the Dragon?
«Dopo Il Trono di Spade ogni attore che conosco avrebbe ucciso pur di partecipare a questo show (dice dopo una bella risata, ndr). Ho letto il copione della puntata pilota rendendomi conto di non aver mai desiderato un ruolo così tanto in vita mia. Anche perché il mio personaggio è pieno di quelle zone grigie che consentono a un attore di mostrare le proprie capacità. Diventando in qualche modo responsabile della narrativa, per quanto la sceneggiatura consenta di esserlo. La parte di Daemon è davvero stimolante. Interessante da interpretare. Un ruolo così capita poche volte nel corso di una carriera».
Daemon è un bastardo o è, più che altro, un uomo perseguitato dal complesso di Peter Pan?
«Daemon è buono, cattivo, crudele, simpatico. Odioso, micidiale e umano… Ha tutte queste caratteristiche nello stesso involucro! Sulla carta è abbastanza facile descrivere un personaggio dalle molteplici personalità. Ma poi, sul set, il lavoro da fare è tanto e complicato. Quello che volevo “passare” al pubblico è che più si scava e più si scopre che c’è in lui un’enorme vulnerabilità emotiva. Le sue azioni sono guidate da una specie di complesso infantile. E anche quando sbaglia tremendamente, pensa sempre di fare la cosa giusta. Chi ha già visto qualche puntata lo sa».
Matt Smith. Daemon è il migliore addestratore di draghi
Daemon è un guerriero coraggioso: come ti sei preparato a questo aspetto?
«Con dedizione, sudore e fatica quotidiana. Ci sono molte scene di combattimenti, battaglie, duelli con la spada. Quella del mio personaggio, tra l’altro, è speciale. Si chiama Dark Sister, bellissima, letale, costruita appositamente in Norvegia. Comunque per me tutte queste scene d’azione sono state un’enorme sfida. Non ho in curriculum personaggi del genere e non sono dotato di un fisico particolarmente imponente. Il segreto? Fare i compiti, imparare le mosse. E sperare di avere una controfigura all’altezza della situazione!».
Al tuo personaggio piacciono molto i draghi…
«Eccome. Li cavalca e li addestra. Non c’è nessuno bravo come lui. In questa serie abbiamo addirittura 17 draghi, uno diverso dall’altro. Cavalcarli è il clou di questo mondo fantastico. Quindi ogni volta ci sono adrenalina e concentrazione a mille».
Lavorare con i draghi non è facile
Cos’ha comportato per te in termini pratici?
«I draghi vengono costruiti su una specie di enorme zoccolo di legno. E azionati con sistemi idraulici che ti fanno sobbalzare. E che ti scaraventano di qui e di là a un’altezza di quasi otto metri da terra. Non bastasse questo, vieni investito da aria e pioggia. Fanno male, garantisco! Quella tra il mio personaggio e il suo drago è una relazione interessante. Lui è davvero il riflesso sputato di Daemon, è scontroso e docile, volitivo e obbediente, odiato ma anche amatissimo».
Chi è il principale avversario di Daemon?
«L’intero regno è contro di lui».
Hai dovuto imparare il valyriano (il linguaggio immaginario de Il Trono di Spade, ndr)?
«Certo: in House of the Dragon Daemon, Re Viserys e Rhaenyra sono gli unici a saperlo parlare».
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di Roberto Croci – Foto Getty Images