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Eva Riccobono: «Ragazze, attente allo champagne»

11 June 2013

Eva Riccobono di se stessa dice: «Bella, io? Mi giudico solo carina. Sarà perché da piccola non ero un granché. Magrissima, storta, con la faccetta da elfo. Un amico una volta mi ha detto: “Tu sei un po’ più intelligente delle altre modelle, forse dipende dal fatto che ti sei sentita brutta, e quindi ora hai più testa”».
A me che la incontro per l’intervista, Eva Riccobono appare splendida. Bionda, diafana, altissima. E non posso dare torto al suo amico, perché mi sembra anche bella sveglia e determinata. Con una carriera di top model alle spalle, ha ricominciato facendo la gavetta di attrice. Nel 2008, con una particina in Grande, grosso e Verdone; quest’anno festeggia i 30 anni con due ruoli più significativi, in Passione sinistra di Marco Ponti (uscito lo scorso aprile e per cui ha appena vinto il Ciak d’oro), e nella commedia Niente può fermarci, nelle sale dal 13 giugno. È la storia di quattro
ragazzi ricoverati in un “rehab” per una serie di tic patologici. Uno di loro la vede, s’innamora e la tampina, tentando di strapparla al promesso sposo.

Chissà quante storie simili capitano anche a lei.
«Tante, per la maggior parte assurde. Attraverso i social network, soprattutto. Un fan mi scrive spesso, si sente in colpa perché quando guarda una mia foto gli vengono pensieri impuri, e però dice anche che sono troppo angelica per certe cose. Vai a capire…».

Come si difende?
«Ovviamente non gli rispondo. E, di persona, sono una che incute timore: lo faccio apposta. Una sera ero a una festa e ballavo con altre modelle quando si è buttato in mezzo a noi un tipo per offrirci dello champagne. Io gli ho riconsegnato i bicchieri e l’ho mandato via. Non per cattiveria, ma non sai mai cosa ci hanno messo, nel bicchiere».

Però, ha detto più volte di essere timida.
«Una parte di timidezza c’è. Confrontarsi tutti i giorni con tanta gente significa indossare una maschera, non puoi accogliere chiunque a braccia aperte. E poi c’è il mio passato di bruttina…».

L’anatroccolo che diventa cigno. La sua versione della favola?
«In effetti è andata un po’ come in un film. Ero una ragazzina magra, sfigata e con gli occhiali. Me la giocavo facendo la simpatica del gruppo. Finché un’estate, avevo 14 anni, ho incontrato il classico “figo delle vacanze”. Biondo, bello, corteggiatissimo. Io ero pazza di lui, e lui neanche mi vedeva».

E poi cos’è successo?
«Ho chiesto aiuto a mia mamma e ho iniziato la metamorfosi. Parrucchiere, lenti a contatto, abiti femminili, ho imparato persino a truccarmi. L’estate seguente mi sono ripresentata da lui. Che mi ha detto: “E tu chi sei?”. Ci siamo fidanzati, per 5 anni. Da allora mi è rimasto il gusto per il cambiamento e il piacere di consigliare alle amiche come valorizzarsi».

Per mantenersi bella cosa fa?
«Non molto. Sono un’ex pallavolista e vivo di rendita. Mi sono iscritta a un corso di nuoto. Niente diete da fame e nessun ritocco chirurgico».

Lei ha quattro sorelle più grandi. Anche loro belle?
«Sì, ma diverse. Sono brune, mediterranee. L’unico che mi somigliava era mio fratello maggiore. Purtroppo è mancato in un incidente di moto».

Deve essere stata una cosa terribile.
«Per anni ho cercato quasi di sostituirmi a lui. Andavo a giocare con i ragazzi,
mi vestivo come loro. Volevo proprio essere maschio».

E, invece, è diventata una modella, il simbolo della bellezza femminile.
«Vero, ma una componente maschile mi rimarrà sempre. Oggi continuo la ricerca di me stessa con lo studio della recitazione. Perché, per poter interpretare un personaggio altro da sé, bisogna conoscersi».

Le piace fare l’attrice?
«Moltissimo. È sempre stata la mia passione, ma avevo paura di non riuscire. Dopo il film con Verdone sono stata ferma un po’, poi mi sono detta: “È la cosa che mi fa sentire meglio in assoluto, ci devo riprovare. E se non dovesse andare bene, pazienza”».

L’amore, invece, va bene senza “se”. Più di 9 anni con il deejay Matteo Ceccarini: mai pensato al matrimonio?
«Quando ci siamo conosciuti ci siamo promessi che ci saremmo sposati per il nostro decimo anniversario. Quelle cose che si dicono per gioco. E, invece, adesso ci siamo quasi. Vedremo».

Figli ne vorrebbe?
«Sì. Matteo ha una bambina di 12 anni, meravigliosa, che mi fa già sentire un po’ mamma. Comunque, non prendo l’argomento alla leggera. Aspetterò il momento giusto».

di Elisabetta Colangelo