Tutto secondo le previsioni. La Kalush Orchestra, band ucraina data per favorita alla partenza di Eurovision, ha vinto la competizione canora. La canzone è Stefania.
Eurovision Ucraina. Cinque quadri color block firmati da Laura Pausini, la consueta sfilata delle bandiere e degli artisti con Mahmood e Blanco super entusiasti, e tanta tanta allegria. Un caloroso e colorato avvio per la finale di Eurovision Song Contest che si è svolta a Torino sabato 14 maggio.
L’esibizione dell’Italia
Mahmood e Blanco sono saliti sul palco di Eurovision con Brividi poco prima delle dieci di sera. Grande performance e grande emozione per il duo italiano. Che ha portato in gara la musica, l’eleganza e lo stile che ce li fanno amare.
La guerra sul palco di Eurovision
“Vi chiedo per favore di aiutare subito l’Ucraina, Mariupol e Azovstal”. Questo lo statement dei Kalush Orchestra, l’appello per salvare il loro Paese. Dopo che nel pomeriggio era arrivato l’invito del presidente Zelensky: “A breve nella finale dell’Eurovision, il continente e il mondo intero ascolteranno le parole della nostra lingua. E credo che, alla fine, questa parola sarà “Vittoria”! Europa, vota la Kalush Orchestra”.
I super ospiti
Dopo le 25 esibizioni dei Paesi in gara, è stata la volta degli ospiti. Grande ritorno dei Maneskin a Eurovision. Sul palco del PalaOlimpico hanno presentato il nuovo singolo Supermodel, anche se Damiano è apparso ancora dolorante per la caduta che lo ha visto in stampelle nei giorni scorsi. A seguire una raffinata Gigliola Cinquetti con Non ho l’età.
La classifica
E infine le votazioni. Dopo un bellissimo medley di Mika dedicato alla forza dell’amore e il saluto dallo spazio di Samantha Cristoforetti è stato il momento del voto delle delegazioni. Regno Unito, Svezia e Spagna, Ucraina e Portogallo le prime classificate. Italia al sesto posto al pari con la Grecia. Il risultato sommato al televoto ha ribaltato in parte la classifia: al primo posto l’Ucraina, seguita dal Regno Unito e dalla Spagna. Sesta l’Italia. Ultimi l’Islanda, la Francia e la Germania.
di Rachele De Cata