La “mia” Milano Fashion Week: è qui il glam!
Gli outfit pazzeschi? Certo, ma non solo. La nostra inviata super speciale, Paola Salvatore, ti racconta cosa vuol dire vivere la Milano Fashion Week in prima persona (spoiler: è bellissimo!)
La Milano Fashion Week è un po’ come una reunion con i compagni del liceo, solo che si fa ogni sei mesi. Ogni stilista ha il suo parterre e ogni volta si è seduti di fianco a una collega di un giornale diverso. In edicola siamo competitor, ma qua si chiacchiera prima che inizi lo show, si parla di figli, ci si confronta sulla schedule del giorno e si fa gossip, ammettiamolo.
Ci conosciamo da così tanto tempo che spesso si strappano anche passaggi da uno show all’altro. Una volta un pr inglese mi disse che solo gli italiani sono così solidali tra loro: non capiva come magazine “nemici” potessero condividere l’auto. È un atto di gentilezza e, stavolta, la mia scelta di guidare un’auto elettrica Birò ha suscitato così tanta curiosità da regalarmi diversi passeggeri.
Un po’ di amarcord
Come inizia la nostra giornata? Molto presto: con messaggi sulla chat della redazione moda (la nostra si chiama Tustylist), ci si divide il lavoro. Perché non c’è solo il calendario ufficiale della camera della moda, ma una quantità di presentazioni, eventi e re-see, ovvero gli appuntamenti presso gli showroom per vedere dal vivo e toccare gli abiti della sfilata. Ci sono le colazioni al mattino presto come quella di Sportmax per la presentazione del libro che celebra i 50 anni del marchio. L’ho sfogliato mentre sorseggiavo un caffè e mangiavo un croissant e mi sono resa conto che tante di quelle immagini sono nella mia memoria: le campagne con Yasmin Le Bon, gli scatti di Sarah Moon, i disegni di Ruben Toledo. Tempi in cui non esistevano i social, ma solo le riviste patinate che ancora studente compravo con la paghetta, sfogliavo e ritagliavo.
Erano gli anni Ottanta, ma oggi mi sembrano più attuali che mai, forse perché alla sfilata autunno/inverno 2020/21 di Alberta Ferretti il sound era un medley aggiornato di quegli anni (l’inconfondibile voce di Alison Moyet degli Yazoo probabilmente l’abbiamo riconosciuta in pochi, ormai il front row è molto giovane). C’erano tutte: dalla star delle influencer Chiara Ferragni alla modella/attrice Greta Ferro, dalla it girl/stilista Gilda Ambrosio con cui ho parlato della sua collezione The Attico, fino alla top model degli anni 90 Valeria Mazza. I look in linea con il sound: dal blouson in pelle e pantaloni slouchy di Bella Hadid agli abiti con macro volant, in una palette decisa che andava dal viola al rosso al blu.
Da copiare subito lo styling delle camicie: quella romantica sotto quella maschile. Love is a battlefield di Pat Benatar era un tormentone degli anni 80 e da tempo la canzone del cuore di Alessandro Dell’Acqua, che la usa per il finale di tutte le sue sfilate. Stavolta l’ha suonata anche all’inizio dello show che celebra il decimo anniversario del suo brand N.21. L’abito in pizzo, le pencil skirt, i cardigan incrostati di cristalli portati sulle camicie maschili, i tailleur in lana check e gli abiti di paillettes: come vorrei avere già tutto nell’armadio!
La mattina presto del giovedì è l’appuntamento fisso di Max Mara che torna a sfilare a Palazzo del Senato. Sono circondata da celebrity. Sedute di fronte a me il gotha delle influencer: Hikari Mori, Helena Bordon, Chiara Ferragni, Caro Daur, Yoyo Cao, Molly Chiang. Di fianco ho le italiane: Fiammetta Cicogna, Elisabetta Canalis, Melissa Satta, Giulia Michelini, Johanna Maggy. «Come fai a conoscere tutti i loro nomi?», mi chiede una collega. Sorrido: lavoro a Tustyle.
La cappa di Kaia Gerber, il bomber con i volant sulle maniche di Bella Hadid, il cappotto lungo a righe, il maxi montgomery, il dna della maison si fa sentire: capispalla da urlo. In sottofondo un’altra canzone anni 80: Wot di Captain Sensible. Quello che si inizia a intuire da questa seconda giornata di fashion week è che lo streetstyle ormai non sfila più, e neanche tanto per strada.
Tra top e bagliori
I fotografi davanti alle location aspettano solo Chiara e Fedez da Fendi, Dakota Johnson da Gucci (che regala l’esplosivo front row che spazia da Achille Lauro alla Porcaroli), Olivia Palermo da Max Mara: forse le ragazze con l’abito da sera alle 4 del pomeriggio o il total look super griffato (e mal portato) non interessano più. I fotografi inseguono Bella e Gigi Hadid. Le due sorelle finalmente insieme sulla passerella di Fendi: Bella con un coat sagomato di pelle nera, Gigi con un tailleur in nappa cognac. E ancora come due damine da Moschino.
La giornata è lunga. Ho visto scarpe luccicanti da Aquazzura, cowboy boots in pelle laserata da Casadei, skateboarder coloratissimi da United Colors of Benetton by JC de Castelbajac, ballerini vestiti di bianco che improvvisavano a Palazzo Visconti per Fratelli Rossetti, una mostra sulla moda a Palazzo Poldi Pezzoli.
Venerdì mattina si riparte presto: le immagini scorrono intorno a noi alla sfilata di Emporio Armani e ci fanno scoprire i bijoux, gli accessori e i volant, che non sono in seta ma in lana impalpabile (wow). Ciao ragazze, il giornale ora va in stampa: il resto della fashion week ve lo racconto su Instagram.
Paola Salvatore