21 November 2019

Sienna Miller: «Non sono più la party girl di una volta»

Si gode le lodi per il nuovo, intensissimo film, e soprattutto la figlia Marlowe. Ma della spensieratezza di un tempo resta qualche “guilty pleasure”

 

Il suo punto di riferimento? «È mia figlia Marlowe. A 7 anni ha già un’opinione molto forte su tutto (ride, ndr)!». È radiosa Sienna Miller e, con un filo di trucco, dimostra una decina di anni in meno dei suoi quasi 38 (a dicembre). Il suo ultimo struggente film, American Woman di Jake Scott (non ancora uscito in Italia), le è valso molte lodi negli Usa e il premio Kinéo – Diamanti al Cinema International Award, evento collaterale della Mostra del cinema di Venezia.

È la storia di una giovane madre, Debra, la cui figlia scompare all’improvviso. Lei la cercherà ovunque e con ogni forza, passando da ogni sfumatura del coraggio e del dolore. «Essendo anch’io madre, questo ruolo è stato psicologicamente molto impegnativo. Appena tornavo a casa, correvo a stringere forte la mia bambina (avuta dall’ex fidanzato e collega Tom Sturridge, ora si dicono “migliori amici”, ndr)» spiega l’attrice inglese. «Storie simili le leggi nelle cronache pensando non possano mai accadere a te».

Dopo l’esordio in South Kensington di Carlo Vanzina («Ma avevo vent’anni e non ricordo molto di quel set italiano») Sienna ha alternato moda, teatro e cinema. Ha lavorato con grandi registi come Clint Eastwood (American Sniper) e James Gray (Civiltà perduta). Ha avuto una lunga e burrascosa relazione con Jude Law, conosciuto nel 2003 sul set di Alfie, seguitissima dai tabloid. Oggi, oltre che testimonial delle campagne Gucci, è tra i volti più affascinanti anche del cinema indie. «Cerco sempre ruoli diversi, che mi coinvolgano emotivamente. American Woman ad esempio è un ritratto del coraggio femminile».

Come ti sei preparata a girare questo film?
«Ho incontrato molte persone che hanno vissuto sulla propria pelle il dramma della scomparsa di un figlio. Sarebbe stato superficiale interpretare Debra senza capire che cosa comporti viverem un’esperienza così tragica. Mi ha molto arricchito umanamente».

Ricordi un incontro particolarmente toccante?
«Quello con Vicky Kelly: suo figlio Tommy scomparve nel 1999 e il film è dedicato a lui. Le ho detto: “Non posso nemmeno immaginare il tuo dolore”. Mi ha risposto: “Certo che puoi, hai una bambina”».

Il tuo personaggio è fragile e forte al tempo stesso. Non si vedono spesso donne così sul grande schermo…
«Vero. Donne così forti sono rare al cinema e se ne parla poco anche nella vita quotidiana. Ma esistono, e sono le persone che rendono migliore il mondo».

La maternità ti ha resa più forte?
«In parte sì, perché ti rendi conto di quante cose riesci a fare per il bene di un figlio. Prima di avere Marlowe, ad esempio, mi veniva sonno con estrema facilità. Adesso invece dormo poco per programmare tutte le cose da fare anche insieme a lei!».

Senti ancora l’adrenalina degli inizi prima di girare un film o di salire su un palco?
«Eccome! La paura è un incentivo nella vita professionale di un attore. Mi trovo costantemente in situazioni di tensione ma è proprio questo che mi spinge a dare il meglio di me in una performance».

Sei un’icona della moda da quando, a vent’anni, ti sei fatta notare peril tuo look “boho”. Come descriveresti il tuo stile oggi?
«La mia “uniforme” quotidiana è comoda: un jeans e un maglione. Ovviamente i tappeti rossi vanno attraversati in modo più glamour! Ultimamente, però, sono attratta da una moda più minimale… forse perché non ho il tempo che avevo una volta per dedicarmici».

Moda a parte, hai un “guilty pleasure” confessabile?
«Mi piace bere un calice di vino rosso mentre faccio un bagno nella vasca… Ma ho anche un altro bizzarro momento di quotidiana felicità: ancora oggi adoro guardare su YouTube i video-tutorial su come truccarsi».

È vero che ti piace cucinare?
«Molto. Sono brava a fare gli arrosti inglesi, ma anche alcune ricette italiane».

E il canto non ti attrae? Nel 2015 hai sostituito Emma Stone nel musical Cabaret, a Broadway.
«La mia voce in realtà è un po’ roca e non troppo allenata al canto, ma quella di Broadway è stata un’esperienza memorabile. Allora mi facevo molti tè caldi, usavo uno spray che si chiama Entertainer’s Secret e trangugiavo pastiglie per la voce. E sarei pronta a rifarlo: mi piacerebbe interpretare di nuovo un musical».

Di Luca Barnabé