23 maggio 2014

Marion Cotillard a Cannes. E ora vorrei trasformarmi in un uomo…

CANNES 2014. Avrà finalmente lei il premio come migliore attrice? Marion Cotillard sostiene di non sperarci mai (scaramanzia? fa la modesta?). «Non è per questo che ho scelto questo mestiere» dice dopo gli applausi per l’interpretazione di Deux jours, une nuit, il film dei fratelli Jean-Pierre e Luc Dardenne lodatissimo dalla critica. «Semmai per raccontare storie come quella di Sandra e di chi, come lei, lotta contro le grandi difficoltà della vita, sa uscirne con dignità: sono le persone che ammiro di più, che umanamente trovo più interessanti». Quello che la 38enne attrice francese sicuramente vorrebbe vincere è un ruolo che nessun regista le ha ancora mai offerto: «Mi piacerebbe per una volta trasformarmi in un uomo. So che non è facile, ma penso che potrei riuscirci» dice con la sua voce dolce, mai presuntuosa.

Marion Cotillard è arrivata sulla Croisette per il terzo anno consecutivo con un film in concorso. Nel 2012 aveva incantato tutti interpretando la ragazza senza gambe di Un sapore di ruggine e ossa di Jacques Audiard, ma il premio era andato ex aequo a Cristina Flutur e Cosmina Stratar, protagoniste di Beyond the Hills del regista rumeno Cristian Mungiu. E se l’anno scorso non ha avuto altrettanti applausi per C’era una volta a New York di James Gray, quest’anno è favorita per uno dei migliori ruoli visti al Festival: in Deux jours, une nuit, toccante e attualissimo film dei fratelli Dardenne, lei è una semplice operaia costretta a chiedere ai suoi colleghi di rinunciare al loro bonus annuale di 1000 euro per permetterle di mantenere il posto di lavoro, perché questo è il ricatto che la sua azienda fa ai dipendenti di fronte alla crisi economica.

Lei così bella e sempre elegantissima, si è spogliata di ogni glam per entrare nei jeans di Sandra, moglie e madre di due bambini, una depressione alle spalle e il licenziamento in vista, che mette a dura prova il ménage futuro della famiglia. La vediamo piangere, quasi cedere, mentre il marito e una collega la incitano a non mollare, a fare la sua battaglia bussando alle porte di ogni collega nel weekend che precede il voto di ognuno di loro, la scelta tra il bonus e la solidarietà. In conferenza stampa le chiedono se accetta film così per valorizzare la sua bravura, facendo dimenticare un po’ la bellezza. Lei risponde che non si sente così bella come dicono tutti. «So di non essere brutta, intendiamoci. Ma voglio contare soprattutto sul mestiere di attrice,  sulla mia capacità di trasformarmi. Anche nell’aspetto fisico. So di poter apparire più bella, per esigenze di copione. Oppure molto peggio di quello che sono. Sono capace di trasformarmi. Ed è per questo che vorrei avere una parte maschile». Dolce e coraggiosa Marion, noi tifiamo per te.

di Valeria Vignale