Marc Jacobs: da nerd a … Louis Vuitton!
È fresca fresca la notizia che Marc Jacobs lascerà la direzione creativa di Louis Vuitton, dopo settimane di voci e di “forse” l’annuncio è arrivato. Un’epoca che si conclude, dopo 16 anni dedicati alla casa di moda francese, lo stilista ha deciso di veleggiare verso altri lidi, per occuparsi esclusivamente dei suoi brand Marc Jacobs e Marc by Marc Jacobs. In un’atmosfera funerea da cimitero notturno, fontana nera, abiti neri, giostra nera, rintocchi di campane, si è consumata la sua ultima passerella per Louis Vuitton.
Ma chi è e chi è stato Marc Jacobs? L’uomo dei kilt, dei capelli blu, prima della svolta del 2008, anno in cui ha deciso di dedicarsi al potenziamento dei propri muscoli, era l’immagine perfetta del newyorkese nevrotico. Occhiali, capelli lunghi e spettinati, All Star ai piedi e, perché no, borse sotto gli occhi.
Lo stilista americano che sembra avere capacità premonitorie quando si tratta di cosa le donne vorranno indossare, non è certo sceso sulla terra così come ormai siamo abituati a vederlo: abbronzato e col fisico scolpito.
A tredici anni si presenta da Charivari, una boutique di New York, vuole disperatamente lavorare lì, anche gratis, ed è proprio da lì che inizia nel 1978, mentre due anni dopo si trasferisce a casa della nonna, per sua ammissione la sua più grande ispirazione. È nell’86 che, con quello che è ancora oggi il suo partner d’affari, Robert Duffy, fonda il suo marchio Marc Jacobs e l’anno successivo vince il premio Perry Ellis dedicato ai nuovi talenti della moda.
A dieci anni dalla sua nomina a direttore creativo di Louis Vuitton (1997) aveva già quadruplicato i guadagni dell’azienda. Il suo lavoro, che non ha segnato solo il marchio LV, si è evoluto di anno in anno, esattamente come il suo aspetto fisico che ha subito traformazioni impressionanti. Capelli lunghi, media lunghezza o cortissimi, giganteschi occhiali e aspetto da nerd trasandato che gira solo in t-shirt oppure in abiti perfetti e super-classici.
Moltissime sono state le “fasi” dello stilista, qual è la vostra preferita?
di Manuela Puglisi