Ludovico Tersigni, volto di “Skam Italia”: «Mi piace restare un po’ teenager»
Intervista a Ludovico Tersigni, star di “Skam Italia” e “Summertime”, le serie più giovani (e cool) del momento. La sua carriera? Iniziata coi musical, al mare d’estate.
Ludovico Tersigni, 24enne protagonista delle serie teen Skam Italia (la 4a stagione è ora su Timvision e Netflix) e Summertime (Netflix), ha la parlata romana e l’aria di chi sa cogliere l’attimo. Tanto più se è un momento di successo come questo. «Alla mia età gli attori hanno fretta di crescere e invece io, nelle serie, continuo a fare il teenager. Però me la vivo bene: un giorno forse lo rimpiangerò, meglio restare giovani il più a lungo possibile».
Lanciato da Tutto può succedere, tre stagioni su Rai1 tra il 2015 e il 2018, e da alcuni film per il cinema (Arance & martello, Slam – Tutto per una ragazza), è tornato con la serie più attesa dal pubblico giovane, ora sul piccolo schermo con due storie attesissime dal pubblico giovane. Skam Italia, creata come webserie nel 2018 da Ludovico Bessegato e prodotta da Cross Productions e Timvision, segue la vita di un gruppo di studenti del liceo. Summertime racconta in 8 episodi un amore sbocciato d’estate sulla costa adriatica ed è ispirato al romanzo Tre metri sopra il cielo di Federico Moccia. Entrambe riflettono giornate, inquietudini, amicizie e amori dei teenager in cerca del proprio posto nel mondo.
Quanto hai rivisto la tua adolescenza in queste serie?
«Molto perché entrambe la raccontano com’è: un’età difficile, che va presa con le pinze, ma anche gli anni in cui nascono le amicizie che poi durano tutta la vita, i primi grandi amori, le litigate furiose che però forgiano le relazioni che per te contano davvero. Ma sono due progetti interessanti anche perché affrontano, in modo sottile, temi come la diversità, il razzismo o l’omosessualità».
Il modo di vivere i primi amori è cambiato?
«Penso che chat e smartphone abbiano peggiorato le cose, a volte stai bene quando sei insieme a una ragazza e poi i messaggi complicano tutto. E i teenager di oggi li usano molto più di me, che ho avuto il primo cellulare a 15 anni e non l’ho neanche desiderato più di tanto».
Hai esordito 18enne in Arance & Martello di Diego Bianchi, che è tuo zio (autore e conduttore di Propaganda Live su La7, ndr). Un caso fortunato o già sognavi di recitare?
«Da ragazzino ho cantato e recitato nei musical che portavo, con altri ragazzi, nei locali dei Castelli romani. Ricordo ancora il giorno in cui due amici, Alessandro e Fabio, mi hanno fermato al mare per propormi La bella e la bestia o quando abbiamo creato una nostra versione del Gobbo di Notre Dame. Quando Diego mi ha proposto una parte in Arance & Martello non ero mica convinto ma la mia cuginetta mi ha minacciato: “Se non fai il provino non ti parlo più!”. Poi lui mi ha dato la voglia e la benzina per farlo al meglio. Ho imparato moltissimo e sono andato avanti».
Nulla di premeditato, quindi. Non sei uno che sogna?
«Certe cose mi sono successe mentre facevo quello che mi diverte. Certo che sogno. Quando guardavo il mio amico Fabio cantare sul palco Luna, la mia canzone preferita del “Gobbo” che noi avevamo ribattezzato Un amore a Notre Dame, pensavo: “Che figata!”. Poi mi rituffavo a fare di tutto, cantante e attrezzista, ballerino, attore. C’è voluto tempo per capire che stavo facendo la cosa giusta».
E zio Diego continua a darti consigli?
«Mi dice: “Fai quello che sai fare dando il massimo”».
La musica è rimasta una tua passione?
«Mi ha sempre stuzzicato ma non ho mai avuto il coraggio di immaginare una carriera. A 19 anni ho imparato a suonare la chitarra, poi il basso. Lo faccio ancora nella Roma underground, nei garage dove si va con gli amici a suonare fino all’alba. C’è un mondo che si ritrova lì e io ho un gruppo di musica elettronica, Hotel Bajaran. Finita l’emergenza lavoreremo a un album. Certo, avrei voluto essere più utile in questa fase…».
Vale a dire?
«Se avessi fatto l’infermiere anziché l’attore, avrei potuto aiutare di più. Mi consolo pensando che posso migliorare la giornata ai ragazzini chiusi in casa».
E alle fan. Il successo ti avrà fatto fare conquiste…
«Che ne so! (Ride). A volte mi mandano fotomontaggi divertenti. Ma se hai magnetismo e l’attenzione degli altri, vuol dire che devi dare qualcosa di te. Ed essere un buon esempio: non è facile ma ci provo, visto che ho un’immagine pubblica. Non mi mostro in giro a farmi canne, non rispondo alle provocazioni su Instagram».
Non ti spiacciono le attenzioni, non ti sottrai.
«Ma no. C’è tempo per andare a bere whisky su un’isola deserta in Scozia…».
Valeria Vignale