Viaggio in Qatar che, dal 20 novembre al 18 dicembre, ospita i Mondiali di calcio. Per consolarci dell’esclusione della Nazionale italiana, a noi non resta che andarci in vacanza
Viaggio in Qatar, ecco la geografia
Prima di partire ripassaiamo la carta geografica. Vedi la virgola che mette la punteggiatura al centrodel Golfo Persico? Quello è il Qatar on la sua luccicante capitale, Doha. Tutto lo Stato è grande la metà della Sardegna, ma sulla sua modesta superficie di modesto non c’è niente. In Qatar spadroneggia il deserto, che qui stupisce con effetti speciali. Le maestose dune, infatti, si buttano a capofitto nel mare, spettacolo offerto da pochi posti al mondo. E poi spiagge, grattacieli, fattorie organiche, centi benessere, architetture, ristoranti e atmosfera cosmopolita.
Viaggio in Qatar, veloce e caldo
Aggiungi che ci si arriva con volo diretto Qatar Airways in meno di sei ore da Roma e da Milano, e la comoda trasferta antigelo dal nostro inverno è servita. Peraltro a una temperatura che nei mesi più freddi si aggira attorno ai 25 gradi e non scende neanche di notte sotto i 14 (senza contare che il sole è assicurato, visto che splende per 357 giorni l’anno).
Qatar, ecco i musei
Parlavamo della superficie del Qatar piena di cose da fare, vedere, mangiare. Ricco, anzi ricchissimo, anche il sottosuolo. In due parole: petrolio e gas, che han fatto diventare questa terra arida uno degli Stati più ricchi al mondo. Buona parte del capitale si è trasformata in cultura: la meraviglia dei tanti musei di Doha inizia già dall’esterno. Prendi il Museo nazionale, progettato con la forma di una rosa del deserto dall’archistar Jean Nouvel, che ha firmato anche la torre di 238 metri del Burji Doha. O il Museo d’arte islamica, opera di un altro grande dell’architettura, I. M. Pei.
Lo skyline della città
A disegnare lo skyline della città e dei suoi dintorni pure Arata Isozaki (autore del Qatar National Convention Centre) e Zaha Hadid (alla compianta architetta irachena si deve lo stadio di Al Janoub). Non manca l’arte a cielo aperto con opere di Damien Hirst, Louise Bourgeois e César. Uno dei pollici giganti, soggetto ricorrente dell’artista franco-italiano, svetta nel souq.
Qatar, street art e cibo
Io che amo la street art ho apprezzato particolarmente la Fire Station, ex stazione dei pompieri trasformata in centro per l’arte tutto abbellito da murales. Proprio alla Fire Station ha da poco inaugurato il ristorante italiano Café #999, terzo locale a Doha dello chef stellato francese Alain Ducasse. Dietro ai fornelli, e al forno delle pizze, Fabio Fioravanti, romano de Roma. La multiculturalità è la prima cosa che salta agli occhi, in Qatar, un melting pot di gente da tutto il mondo.
Viaggio in Qatar, cibo e sostenibilità
Restando in tema cibo, per esempio, sembra d’essere in Francia da Sel & Miel, brasserie all’interno dell’iconico hotel Ritz-Carlton. Mentre al Mandarin Oriental c’è Izu, dove lo chef della Costa d’Avorio Izu Ani. Quello che con la sua inventiva ha rivoluzionato il modo di mangiar fuori negli Emirati, propone cucina mediterranea. Izu apparecchia i suoi tavoli a Msheireb, quartiere centrale di Doha progettato in maniera totalmente sostenibile.
Le sublimi moschee del Qatar
Molto bene, ma dove posso trovare qualcosa di più… mediorientale? Nel cuore di Doha c’è il Katara Cultural Village. Vanta – oltre a centri d’arte, ristoranti e caffè – due sublimi moschee. Quella di Katara, ricoperta da preziose piastrelle persiane in tutte le tonalità del blu progettata dall’architetta turca Zeynep Fadilloglu, e la Golden Mosque che risplende sotto il sole con la sua “placcatura” d’oro. Roba da Mille e una notte. Sempre alla scoperta d’atmosfere arabeggianti, mi spingo fuori città.
Qatar, tappeti e incensi
Prima tappa, il souq di Al Wakrah che, in uno dei suoi edifici color della terra, ospita Embrace Doha. Un centro culturale che mantiene vive le antiche tradizioni qatariote, come la tessitura dei sadu, i tappeti locali. Qui Maria m’insegna a fare il bakhoor, il tipico incenso che «non solo profuma la casa, ma calma i nervi, lenisce i dolori e porta il buon umore». Così mi ritrovo a impastare 60 ml di polvere di oud, la pregiata resina aromatica prodotta da alberi come l’aquilaria, 30 ml di polvere di muschio e 10 ml di olio profumato alla rosa.
Imparare a seccare le piante
Quando le dita iniziano a farmi male, la miscela è abbastanza consistente da formare delle palline. Adesso che sono a casa, sto aspettando che secchino per poi bruciarle e riempire di vibrazioni positive il soggiorno. Sto aspettando l’essiccazione anche dell’herbal bundle, un fascio di foglie delle piante di neem ed eucalipto. Sempre nel nome dell’aromaterapia con un tocco ayurvedico, mi ha insegnato ad assemblarla Bessy della Heenat Salma Farm.
Workshop e benessere
Questo posticino rurale nel deserto alla periferia di Doha è una fattoria organica circondata da un palmeto. Dove, oltre a organizzare workshop di vario tipo, ti ospitano in una campo tendato che è la quintessenza del glamping. Non mancano la piscina, sessioni di yoga e campane tibetane e la cucina. Qui chef Ivan prepara un menu solo con prodotti raccolti nella fattoria e nei campi vicini. Farm to table, insomma.
Yoga in riva al mare
Io lo yoga lo faccio in riva al mare sotto la luna piena nei giardini dello Sheraton Grand Doha Resort, il primo hotel internazionale costruito in città. Era il 1979 e all’epoca, a Doha, c’era solo la sua forma a piramide che si stagliava nel mezzo del deserto. Oggi è un monumento nazionale, un po’ come Vishnu, il guru dello yoga che mi guida nella sessione. Dopo un paio di saluti al sole mi dimentico la parola stress.
Remise en forme e dieta
Per una remise en forme completa con piano dietetico personalizzato, il resort più nuovo è Zulal, che ha portato le atmosfere minimal chic new age sul mare all’estrema punta del Qatar. Per farvi capire il mood, invece che nella hall ti accolgono in una libreria dove, in mezzo a migliaia di libri, troneggia una scultura di Anish Kapoor. Chiedo se posso toccarla, l’ultima volta che ho provato a sfiorare un’opera dell’artista britannico ero alla Biennale di Venezia e ho rischiato il taglio della mano.
Viaggio in Qatar, che relax!
«Certo», mi risponde Denys dello staff, «riesci a sentire la sua energia?». “Life is a beach” è il motto di Banana Island, un tempo isoletta deserta a mezz’ora di barca da Doha e oggi destinazione balneare d’eccellenza. Qui si può dormire, c’è il Banana Island Resort. Oppure andarci in giornata per crogiolarsi sulla spiaggia dorata, fare un massaggio nella spa o gustare hummus e tabouleh del ristorante Al Nahham. I suoi tavoli sono apparecchiati su una terrazza con vista a perdita d’occhio del Golfo Arabico. Roba da Mille e una notte.
di Federica Presutto – Foto Courtesy Qatar Tourism, courtesy Heenat Salma Farm