Ritorna in tivù Tiziana Buldini in occasione della fiction Immaturi – la serie.
Tiziana Buldini, classe 82, compare per la prima volta sul piccolo schermo nel 2007 per Uomini e donne, ideato e condotto da Maria De Filippi. Ma per muovere i primi passi nel mondo del cinema occorre aspettare il 2008, anno che vede la sua partecipazione nel film No problem, di Vincenzo Salemme. Dieci anni e dieci film dopo, tra cui nel 2011, Immaturi, per la regia di Paolo Genovese, rivestirà per la serie televisiva omonima diretta da Rolando Ravello, e in questi giorni sulle reti Mediaset, il ruolo di Sandra, Partiamo da qui.
Tiziana, ci racconti le differenze tra il ruolo interpretato nel film e questo televisivo.
In Immaturi il film, interpretavo l’amante di Paolo Kessisoglu, più convenzionale rispetto a Sandra della serie. Il ruolo rimane lo stesso ma cambio partner diventando l’amante di Piero, interpretato da Luca Bizzarri. Il mio personaggio è un po’ sopra le righe, al punto che, come starete vedendo, Sandra si trasforma pian piano in una stalker.
Lei ha all’attivo una ricca filmografia e ha lavorato con registi del calibro di Pupi Avati (Il cuore grande delle ragazze) a Matteo Garrone (per Il racconto dei racconti), ma quale personaggio le è rimasto nel cuore?
«Nel cuore, anche per l’affetto che mi lega alla famiglia Avati, direi Carlotta Morè, perché ho recitato accanto a Cristian de Sica, nel film Il figlio più piccolo. Però devo confessare che mi sono divertita molto a interpretare il personaggio di Sandra, che in questo momento è quello che preferisco!».
È vero che dopo le riprese di Immaturi si era iscritta all’università?
«Sì, a Scienze e tecniche psicologiche, cosa che avrei voluto fare già da tempo. Recitare in Immaturi è stata la spinta a farlo davvero».
Sappiamo però che le piace studiare, e infatti ha frequentato corsi di dizione e di recitazione ed è stata iscritta al laboratorio Duse di Francesca De Sapio.
«È stata una grande esperienza formativa oltre che una grande passione. Adesso quando devo prepararmi per un provino o un lavoro mi affido sempre al mio grandissimo amico e attore-coach Sergio Valastro, braccio destro di Francesca de Sapio, grande maestra per tutti noi».
E ai tempi della scuola? Un ricordo della sua maturità.
«Mi ricordo che ero una mattacchiona un po’ indisciplinata però a scuola andavo bene. Il ricordo più bello che porto però non relativo alla maturità, sono le amicizie legate a quel periodo che sono rimaste tutt’ora nella mia vita».
Un pensiero sulle rimpatriate: non sono un po’ forzate?
«Be’, dipende da chi ne fa parte! Ma nella maggior parte dei casi direi proprio di siì: questo tipo di incontri vengono proposti da chi non è rimasto in contatto per anni e prova una morbosa curiosità di sapere che fine hanno fatto gli altri… Ma se non si è rimasti in contatto per 10, 20 anni, un motivo ci sarà no?».
Cinzia Cinque