Carlo Conti è senza dubbio il suo primo fan. Alessio Bernabei è al Festival per la terza volta, e per la terza volta è sato il direttore artistico (e conduttore) Conti a sceglierlo per questo palcoscenico. L’ex cantante dei Dear Jack quest’anno presenta un pezzo scritto per lui da Roberto Casalino (che firma anche la canzone di Giusy Ferreri) dal titolo Nel mezzo di un applauso, mentre per la serata cover ha scelto un pezzo di Edoardo Bennato, Un giorno credi. In queste settimane il cantante è anche in libreria, con la biografia Jack è uscito dal gruppo, edita da Rizzoli.
Qual è il punto di forza della canzone che porti a Sanremo?
È un brano forte per il ritmo e l’arrangiamento d’archi, una canzone che parla d’amore da una prospettiva un po’ disincantata, niente è per sempre perciò nulla va dato per scontato, è importante apprezzare i particolari, abbandonarsi all’imprevisto.
Qual è la canzone che ricordi meglio del Festival che secondo te è la più bella mai passata a Sanremo?
La canzone più bella, perché la vedo come il simbolo della nostra musica e perché amo Modugno, è Nel blu dipinto di blu. Uomini soli dei Pooh invece, anche se ero molto piccolo, è quella che ha lasciato un primo segno!
Il primo ricordo che hai del Festival?
In cucina, con la mia famiglia. Guardavamo tutti insieme il Festival e mi divertiva vedere gli abiti un po’ bizzarri e le acconciature anni ’90 di cantanti e vallette!
Se non vincessi tu la vittoria dovrebbe andare a…
Fiorella Mannoia, interprete di grande classe.
Qualcosa che avrai sicuramente addosso sul palco dell’Ariston?
La mia collana-amuleto con Jack Skeletron!
(il verso della sua canzone che ricorderete: “non c’è pioggia e non c’è vento che può spostare l’epicentro dei miei occhi su di te”)
di Elisabetta Sala