Romanzi italiani

Romanzi italiani. Quattro consigli di lettura di Tustyle per la settimana

19 gennaio 2021

Abbiamo scelto per te quattro romanzi italiani, tra le novità, da non perdere. Scoprili qui

 

Dopo i libri per ricominciare bene il 2021, ecco quattro letture per la settimana, scelte per te da Tustyle

Un’autrice best-seller

 

L’acqua del lago non è mai dolce, Giulia Caminito

Odore di alghe limacciose e sabbia densa, odore di piume bagnate. È un antico cratere, ora pieno d’acqua, il lago di Bracciano. Dove approda, in fuga dall’indifferenza di Roma, la famiglia di Antonia. Donna fiera fino alla testardaggine, Antonia si occupa di un marito disabile e di quattro figli da sola.

La donna è onestissima e non scende a compromessi. Crede nel bene comune e vuole insegnare alla sua unica figlia femmina a contare solo sulla propria capacità, a tenere alta la testa. E Gaia impara. A non lamentarsi, a leggere libri, a tuffarsi nel lago anche se le correnti tirano verso il fondo.

Sembra che questa ragazzina piena di lentiggini chini il capo. Invece quando leva lo sguardo i suoi occhi hanno una luce nerissima. Ogni moto di ragionevolezza precipita dentro di lei come in quelle notti in cui corre a fari spenti nel buio in sella a un motorino. Alla banalità insapore della vita, a un torto subìto, Gaia reagisce con violenza imprevedibile, con la determinazione di una divinità muta.

Sono gli anni duemila, Gaia e i suoi amici crescono in un mondo dal quale le grandi battaglie politiche e civili sono lontane. Vicino c’è solo il piccolo cabotaggio degli oggetti posseduti o negati, dei primi sms, le acque immobili di un’esistenza priva di orizzonti.

Giulia Caminito in L’acqua del lago non è mai dolce (Bompiani, € 18) dà vita a un romanzo ancorato nella realtà e insieme percorso da un’inquietudine radicale. Che fa di una scrittura essenziale e misurata, spigolosa e poetica, l’ultimo baluardo contro i fantasmi che incombono. Il lago è uno specchio magico. Sul fondo, insieme al presepe sommerso, vediamo la giovinezza e la sua ostinata sfida all’infelicità.

Donne e autodistruzione

 

Biancaneve nel novecento, Marilù Oliva

Romanzi italiani. Giovanni è un uomo affascinante, generoso e fallito. Candi è una donna bellissima che esagera con il turpiloquio, con l’alcol e con l’amore. E Bianca? È la loro unica figlia. Cresce nel disordinato appartamento della periferia bolognese, respira un’aria densa di conflitti e di ostilità materna.

Fin da piccola si rifugia nelle fiabe, dove le madri sono matrigne ma le bambine alla fine si salvano. Poi, negli anni, la strana linea di frattura che la divide da Candi diventa il filo teso su un abisso sempre pronto a inghiottirla. Bianca attraversa così i suoi primi vent’anni: la scuola e gli amori, la tragedia che pone fine alla sua infanzia e le passioni, tra cui quella per i libri, che la salveranno nell’adolescenza.

Negli anni 90, infatti, l’eroina arriva in città come un flagello e Bianca sfiora l’autodistruzione: mentre sua madre si avvelena con l’alcol, lei presta orecchio al richiamo della droga. Perché, diverse sotto ogni aspetto, si somigliano solo nel disagio sottile con cui affrontano il mondo? È un desiderio di annullarsi che in realtà viene da lontano. Da una tragedia vecchia di decenni cominciata nel Sonderbau, il bordello del campo di concentramento di Buchenwald.

Con una penna vibrante, intinta nella storia del 900 e affilata da una profonda sensibilità, Marilù Oliva disegna una vicenda incalzante. Biancaneve nel novecento (Solferino, euro € 19,50) è anche una riflessione su quello che le famiglie non dicono. Sulle ferite non rimarginate che si riaprono, implacabili, attraverso le generazioni.

Un grande maestro della penna

 

Le ripetizioni, Giulio Mozzi

«Questa mattina alle otto ho visto la mia anima. Ero nel bagno della casa di Bianca e mi stavo lavando i denti. Mentre sputavo l’acqua ho avuta la sensazione che ci fosse qualcuno dietro di me. Ho alzato gli occhi e mi è sembrato di vedere nello specchio un movimento grigioargento, lucente, che si ritirava dietro le mie spalle. Mi sono voltato di scatto, e non ho visto nessuno».

Mario è un uomo che inventa storie, modifica la realtà, non è interessato alla verità, né sulle cose né sulle persone. Mario sfugge, per indolenza, all’obbligo di capire che tutti ci lega e tutti ci frustra. Vuole sposare Viola ignorandone la doppia, forse tripla vita. Anni prima è stato lasciato da Bianca, subito prima che nascesse Agnese, che forse è sua figlia o forse no.

Tuttavia se Bianca, spuntando dal nulla, chiede aiuto, Mario accorre, disponibile ad accollarsi la paternità. È succube di Santiago, un ragazzo dedito a pratiche sessuali estreme, e affida alle fotografie la coerenza e consistenza della propria vita. Se dei giorni della vita di Mario possiamo dire, degli spazi in cui Mario si muove non siamo certi. La ripetizione è l’unica realtà di Mario.

Con una scrittura avvolgente, sensuale, che procede per variazioni, pur conservando un incalzare ipnotico, Giulio Mozzi in Le ripetizioni (Marsilio, € 17) guida chi legge attraverso avventure in parte reali e in parte del tutto immaginarie. Porta a sfiorare le vite strane e misteriose di personaggi senza nome. Ci sono  il Grande Artista Sconosciuto, il Terrorista Internazionale, il Martellatore di Monaci, il Capufficio. Mario li contempla come enigmi incomprensibili e rivelatori. Arrivando, nell’ultima pagina, alla più orribile delle conclusioni.

Ispirato a una storia vera

 

Questo giorno che incombe, Antonella Lattanzi

«Qui saremo felici. Francesca lo pensa mentre sta per varcare il cancello rosso fuoco della sua nuova casa. Accanto a lei c’è Massimo, suo marito, e le loro figlie, ancora piccole. Si sono appena trasferiti da Milano a Giardino di Roma, un quartiere a metà strada tra la metropoli e il mare. Il posto perfetto per iniziare una nuova vita».

Ma sarà davvero una nuova vita felice? In realtà, c’è qualcosa che non va. Dei dettagli cominciano a turbare la gioia dell’arrivo. Piccoli incidenti, ombre, che hanno qualcosa di sinistro. Ma sono reali o Francesca li sta solo immaginando?

Appena messo piede nella nuova casa Massimo diventa distante, Francesca passa il tempo sola in casa con le bambine e non riesce più a lavorare. Le visite dei vicini iniziano a diventare inquietanti. Sembra impossibile sfuggire al loro sguardo onnipresente. A poco a poco il cancello rosso che difende il condominio si trasforma nella porta di una prigione…

Romanzi italiani. Tre anni dopo il romanzo Una storia nera, tradotto in dieci paesi, Antonella Lattanzi torna a indagare gli abissi e le pieghe dell’animo umano in Questo giorno che incombe (HarperCollins, € 19,50). Con una lingua elegante e ipnotica, la scrittrice racconta il sospetto, la speranza, il dolore, la passione, in un romanzo che lascia il lettore senza fiato, confermando il suo straordinario talento.

Questo giorno che incombe è al tempo stesso romanzo psicologico, storia di un matrimonio, racconto della maternità. Un libro che riscrive, tra verità e finzione, una storia vera, trovando ispirazione in un episodio di cronaca avvenuto a Bari dove l’autrice, bambina, è cresciuta.

Di Eleonora Molisani