Paolo Conte, Via con me. Dopo Venezia il doc di Giorgio Verdelli approda in sala, dal 28 al 30 settembre
“L’eleganza dell’intelligenza”. La brillante locuzione è quella con cui lo scrittore siciliano Andrea Camilleri ha definito l’arte di Paolo Conte, cantautore astigiano. Il commento risale a un incontro avvenuto nel 2003, durante il quale ognuno dei due artisti raccontava cosa avrebbe voluto “rubare” all’altro. L’episodio è un frame del film Paolo Conte, Via con me. Presentato alla 77. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, approda al cinema dal 28 al 30 settembre.
Un ritratto di un gigante della musica italiana fatto da Giorgio Verdelli che ha attinto all’immenso patrimonio dell’archivio personale di Conte, mixato poi a materiale realizzato ad hoc. Un’occasione per godere di una serie di straordinarie testimonianze di nomi noti, che tutti noi, a prescindere dall’età e dalle preferenze, non solo musicali, ci portiamo nel cuore.
Paolo Conte e i suoi interpreti
Roberto Benigni che parla della “nobiltà” di Conte: “Un principe, nobile a partire dal cognome”. Paolo Iannacci, figlio di Enzo, che racconta di quando il padre telefonava a Conte e chiedeva “Pronto, c’è il poeta? Sono il genio”. Vincenzo Mollica che ricorda come qualche sua canzone sia diventata un inno… E poi ancora Vinicio Capossela, Francesco De Gregori e Lorenzo Jovanotti, innamorato, quest’ultimo, per uno dei suoi versi, come “i giornali che svolazzano”.
Una carrellata di incredibili interpretazioni delle sue canzoni: da Caterina Caselli, in Insieme a te non ci sto più, a Bruno Lauzi, con Genova per noi e Onda su Onda. Imperdibile il duetto Adriano Celentano e Mina, in La coppia più bella del mondo. Struggente per chi negli anni Sessanta era bambino, ma anche per chi è nato decenni dopo, sempre il molleggiato in Azzurro.
Note e parole che sono entrate nell’immaginario degli italiani, tanto da essere la canzone più gettonata quando, durante il lockdown, ci si difendeva dall’angoscia cantando sui balconi. Mica per nulla. Mica per caso. Lo stesso Conte aveva voluto lasciare un foglio con il testo del brano nella bara della madre. In ricordo di quelle lacrime di commozione che la donna aveva versato la prima volta che l’aveva ascoltata.
Da Napoli ad Amsterdam
Insomma, Paolo Conte, via con me non è solo un documentario, ma un itinerario ideale, tracciato da Luca Zingaretti, voce narrante, che ripercorre la vita e la carriera dell’artista. Cantautore abbiamo detto, ma anche paroliere e polistrumentista, nonché pittore ed ex-avvocato. Già, perché Paolo Conte è tutte queste cose insieme. Come dimostrano le sue passioni: il jazz, l’enigmistica, la pittura, il diritto, il cinema.
Una carriera unica la sua, come testimoniano i tour internazionali, da Parigi ad Amsterdam. E i live nei teatri più prestigiosi d’Italia, come il San Carlo di Napoli. Non mancano nel film discreti incursus anche nella vita privata, con il fratello Giorgio, che racconta della loro prima band. Parlano di lui ancora Stefano Bollani, Pupi Avati, Luisa Ranieri, Renzo Arbore, Isabella Rossellini, Guido Harari, Cristiano Godano, Giovanni Veronesi, Jane Birkin, Patrice Leconte, Peppe Servillo.
Paolo Conte, artista eclettico
Alla base del progetto la lunga intervista “intima” con cui Verdelli intende far conoscere un artista eclettico e anche illuminare almeno parte del mistero che lo avvolge. Una narrazione che mescola tenerezza, ironia e charme tipici dell’avvocato di Asti. Un doc imperdibile per tutti coloro che amano la musica, a prescindere dai gusti e dall’età.
Paolo Conte, Via con me è prodotto da Sudovest Produzioni, Indigo Film in collaborazione con Rai Cinema. Sarà nelle sale italiane solo il 28, 29, 30 settembre. È distribuito da Nexo Digital in collaborazione con i media partner Radio Capital, MYMovies.it, Rockol.it e con Concerto Music.
Di Cinzia Cinque – Foto Daniela Zedda