Intervista a Ildefonso Falcones, autore di “Gli eredi della terra”

08 November 2016

Dieci anni esatti dopo il bestseller La cattedrale del mare arriva l’atteso sequel, Gli eredi della terra (Longanesi, pagg. 905, € 22; e-book € 10,99). E Ildefonso Falcones, da avvocato con la passione della scrittura, è diventato – grazie ai suoi avvincenti romanz(on)i storici – un autore da 9 milioni di copie nel mondo. Un po’ come Arnau Estanyol, il protagonista della saga, che da figlio di servi diventa amministratore del Piatto dei Poveri per la Catterale di Barcellona. E da uomo importante e buono continua ad aiutare gli ultimi della terra…

Nel nuovo capitolo della sua saga Arnau incontra e decide di aiutare il piccolo Hugo Llor, orfano di 12 anni…
«Hugo ha perso suo padre in mare e cerca di sopravvivere nella turbolenta Barcellona medievale. Anche lui, come Arnau da giovane, vorrebbe affrancarsi da un passato di miseria e di violenza. Alla fine ci riesce, diventa un esperto di vini e va a vivere tra le meravigliose vigne della Catalogna».

Sogni, passioni, amori, riscatto. Li racconta sempre attraverso gli occhi degli ultimi. È una scelta precisa la sua?
«La Storia mi appassiona da sempre. E credo che sia meglio raccontarla attraverso i più umili. Scrivendo delle peripezie di chi cerca un riscatto si parla anche di lotte sociali, ingiustizie, soprusi, guerre, religione».

Quanto c’è di storia vera e quanto di fantasia nei suoi romanzi?
«Studio attentantamente la storia, e gli schemi che costituiscono la struttura dei miei romanzi sono fatti reali. Ma la forza della fantasia prevale sempre: senza gli amori contrastati, le passioni, gli errori, i tormenti interiori, i lettori si annoierebbero. Quindi diciamo che l’80 per cento dei miei romanzi è frutto della mia immaginazione».

Lei faceva l’avvocato e ora fa lo scrittore. Ha scritto quattro best seller ed è sempre in giro per il mondo. La sua fantasia ora è più fervida di quando faceva una vita tranquilla?
«Al contrario, quando facevo l’avvocato mi annoiavo parecchio, quindi la mia fantasia galoppava. I romanzi che scrivevo erano il mio sfogo, la passione che covava sotto la cenere. Ora invece la mia vita è più vivace: scrivo il libro, lo promuovo, lo seguo in giro per il mondo, quindi paradossalmente ho meno bisogno di galoppare con la fantasia».

È vero che il suo primo libro, La cattedrale del mare, era stato respinto dagli editori?
«È vero, mai io sono convinto che il successo di un libro e di uno scrittore sia legato solo per metà al talento, l’altra metà è dovuta alla fortuna del momento. Forse se il romanzo fosse stato pubblicato in tempi diversi, non avrebbe avuto il successo che ha avuto. Quindi è andata bene così, all’inizio non mi sarei mai aspettato di essere tradotto in tutte le lingue e di avere un successo così importante».

È vero che ha venduto i diritti alla tv?
«Sì, in Spagna hanno quasi finito di girare la serie sul primo volume. Arriverà presto in tv».

Eleonora Molisani @emolisani