Enrico Ruggeri al Festival di Sanremo 2016: “Il primo amore non si scorda mai”

10 February 2016

Voglia  di divertirsi e di mettrersi in gioco, forse. Oppure solo il gusto di partecipare a una gara, per vivere quella scarica di adrenalina che anche gli artisti/miti più navigati come Enrico Ruggeri, provano sempre, almeno un po’, quando salgono sul palco. Quindi, dopo aver partecipato lo scorso anno come super ospite, torna per la decima volta Al Teatro Ariston per la 66esima edizione del Festival di Sanremo 2016 con ls canzone Il Primo Amore Non Si Scorda Mai (scritta da lui e prodotto e arrangiato con Marco Barusso).

Il brano Il Primo Amore Non Si Scorda Mai che Enrico Ruggeri porta al Festival è contenuto nel nuovo album, in uscita il 12 febbraio, Un Viaggio Incredibile: un doppio cd con 29 canzoni, 9 inedite e una selezione  speciale: «Sono le canzoni che fanno parte di un periodo particolare della mia vita, che va dal 86 al 91, dal Portiere di notte a Peter Pan e anche un omaggio a David Bowie». Insomma, un album ricco di musica per la gioia dei suoi tantissimi fan che lo seguono da sempre.

D’altronde Sanremo è una location magica per Ruggeri, che negli anni gli ha regalato grandi successi e due vittorie: nel 1987 con Si Può Dare Di Più (cantata insieme a Gianni Morandi e Umberto Tozzi) e nel 1993 con Mistero. E ancora, qui ha ottenuto ben tre Premi della Critica: nel 1986 con Rien Ne Va Plus, nel 1987 come autore del brano di Quello Che Le Donne Non Dicono (cantato da Fiorella Mannoia) e nel 2003, insieme ad Andrea Mirò, con Nessuno Tocchi Caino (Premio Volare Miglior Testo).

Eppure, incontrandolo oggi, ti accorgi che non ha nulla di quel ragazzo con gli occhiali bianchi che 36 anni fa esordì al Teatro Ariston (era il 1980) insieme ai Decibel. Sarà merito del suo look davvero cool o della personalità così magnetica da star inside, ma l’impressione che si ha è quella di avere davanti artista 3.0 che viene da un altro pianeta. Ma capace di spiazzarti subito con la sua estrema sensibilità nei confronti dei colleghi più giovani. E, commentando, il tempo che passa, ti fa notare che anche se oggi è tutto diverso, perché è cambiato il Paese, c’è interet e i social, una cosa è rimasta uguale «La poca pazienza che c’è nei confronti dei giovani, che sono obbigati a piacere, rispetto ai cantanti già affemati che possono esibirsi con ciò che hanno scelto o scritto in tutta tranquillità».

Cecilia Pedron