Cari Mostri, sei racconti horror firmati Stefano Benni. Da mettere in valigia

15 luglio 2015

Stefano Benni, re degli affabulatori, scrittore tra i più seguiti dai booklovers italiani, nella raccolta di racconti Cari mostri (Feltrinelli, € 17; e-book € 9,99) affonda la penna nei temi più oscuri dei nostri tempi. Si tuffa nell’horror, con sei favole grottesche dall’inconfondibile ironia che strappa risate a denti stretti.
Protagonisti? Madonne spudorate, plutocrati e manager senza scrupoli, falsi amici, adolescenti senza futuro, misteriose creature dal corpo di cane e la faccia di pesce. Fare qualche domanda a Benni non è stato facile (rifugge i media e la mondanità; con i giornalisti non “abusa” delle parole) ma io volevo assolutamente chiedergli due cose sui suoi nuovi racconti, che ha letto davanti a una platea numerosissima e adorante allo scorso Salone del libro di Torino, lasciandoci a bocca – e cuore – aperti.

Non smette di sorprenderci. Perché questa volta ha scelto l’horror?
«
Sono uno scrittore, quindi penso che soprendere sia mio dovere».

Del suo libro ha detto che i mostri bussano alla nostra porta tutti i giorni, e non basta girare la testa dall’altra parte per liberarsene. È un monito?
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Mostro etimologicamente viene proprio da monito. I lettori devono interpretare questo libro, riconoscere le loro paure e capire cosa possono fare contro di loro, soprattutto contro quelle false imposte dal potere e dagli speculatori del terrore».

In Italia è tra gli scrittori più amati e seguiti anche sui social. Ci consiglia tre autori da portare con noi in vacanza?
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Ce ne sarebbero migliaia. Faccio tre nomi su tutti (li sto leggendo adesso per motivi di lavoro): Elsa Morante, Vladimir Nabokov, Bohumil Hrabal».

La scrittura per lei è più istinto o costruzione? È cambiato qualcosa nel modo in cui scrive, dopo tanti anni?
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Sì, ci metto più tempo, riscrivo di più».

Eleonora Molisani