Massimo Bisotti e il suo ultimo libro “Il quadro mai dipinto”

29 July 2014

Scrive di sentimenti con grande semplicità e immediatezza, le sue presentazioni sono affollate da ragazze di tutte le età, spesso con le loro mamme, e tra i suoi fan c’è Biagio Antonacci. Massimo Bisotti è un autore nato su Facebook, ma il suo ultimo romanzo, Il quadro mai dipinto (Mondadori, euro 15) è entrato nella top ten dei libri più venduti.
Bisotti, come se lo spiega questo successo?
Non me lo spiego, ma mi rende felice. Il successo non è fama o ricchezza, ma avvicinarsi il più possibile a quello che abbiamo sognato per noi. Io ho cominciato a scrivere per riscattare alcuni grandi dolori, e sapere di essere utile a qualcuno, ha dato al mio lavoro un senso in più.
Le sue fan si tatuano sulla le pelle le frasi dei sui libri, per esempio “mai controcuore”. Cosa le chiedono quando la incontrano?
Tanti consigli, ma l’unico che posso dare è quello di tenere un diario, di scrivere. E una specie di auto-terapia che ci rende coscienti di chi siamo e dove andiamo, e questo può aiutarci a realizzare i nostri sogni.
Come è andata, con Antonacci?
In realtà non ci conosciamo personalmente, è diventato fan sulla mia pagina Facebook, e vedo che condivide spesso alcune mie riflessioni. E a me lui piace, perché è uno che non si è mai dimenticato da dove è venuto.Il quadro mai dipinto è un libro molto immediato, però in qualche modo si pone a metà tra il romanzo di educazione sentimentale e il viaggio filosofico alla ricerca di un senso, quello che lei chiama “il punto felice”. L’ho scritto partendo dall’ossessione per la perfezione del protagonista, che in effetti compie un viaggio attraverso se stesso per riprendersi suoi spazi vitali. E facendo ciò, passa anche attraverso il cambiamento dei luoghi dove vive, spostandosi da una Roma simbolo di caos a una Venezia tranquilla e silenziosa. Quello che volevo dire è che alla base delle scelte che possono riportarci al nostro punto felice, c’è il coraggio di riappropriarci di noi stessi senza andare contro le nostre esigenze più intime.
Lei l’ha trovato, il suo punto felice?
L’ho trovato varie volte, e varie volte l’ho perso. Da piccolo giocavo con la livella di mio padre, e credo sia una buona metafora: ognuno deve fare il suo pezzo di strada per raggiungere la bollicina che è nel mezzo. La vita è movimento, gli equilibri vengono meno e la bollicina si sposta, la nostra è una continua ricerca. Perché tutto quello che ci può rendere felici non passa attraverso la staticità, ma attraverso il cambiamento.

@eliscolangelo