“Sentivo la libertà e la forza delle donne di tutto il mondo entrarmi dentro. Donne che amano, che urlano, che si salvano la vita a vicenda”. Il nuovo romanzo di Daria Colombo Alla nostra età, con la nostra bellezza (Rizzoli, € 18 , ebook € 9,99; pag. 225) esplora nuovamente l’universo femminile, dopo il successo di Meglio dirselo. L’amicizia tra Alberta ed Elisa, appartenenti a generazioni diverse, diventa il presupposto per una riflessione sulla solidarietà femminile.
Le protagoniste diventano amiche, partendo da un banale scambio di appunti all’università Statale di Milano. Albi e Lisa sono apparentemente agli antipodi: la prima ha l’idealismo dei vent’anni, è sicura di sé e prende tutto ciò che vuole, la seconda è timida, madre di un’adolescente scontrosa, moglie di un uomo anaffettivo e forse ha ripreso a studiare per noia. Sullo sfondo l’attualità politica degli anni dal 1992 al 2007, un periodo significativo per l’Italia.
Tra giornate spese sui libri e caffè rubati alle rispettive esistenze, si ascoltano, si capiscono e cambiano, condividendo via via anche l’insofferenza per il clima politico di quegli anni. Sono insieme il giorno del 1994 in cui Milano si riempie di ombrelli colorati, in un grande corteo contro la Destra al potere. Poi ancora, nel 2007, a volantinare per il nuovo partito… Nel frattempo sono cresciute. Con matrimoni in crisi, figli che se ne vanno e bambini appena nati, con qualche compromesso ma la forza di sempre. Perché Albi e Lisa, nonostante le delusioni, le battaglie perse e le ferite, non si lasceranno più. E ognuna a modo proprio, alla sua età e con la sua bellezza, continuerà a lottare.
La forza delle donne, la capacità di adattarsi o di cambiare rispetto alle situazioni, sapersi mettere in discussione, il diverso approccio nell’analisi della realtà, la dimensione privata e pubblica come elementi costitutivi dell’identità e dello stare al mondo, la nascita dei movimenti e il bisogno di partecipazione sono i temi principali del romanzo che, come dichiara la stessa autrice, si potrebbe collocare nel filone “sentimental – politico”.
Cinzia Cinque