Terribilmente sexy, incredibilmente dolce: il 5 agosto 1962 Marilyn Monroe moriva misteriosamente e nasceva il suo mito. A 60 anni di distanza, i riflettori sulla diva sono ancora accesi
Sullo schermo si era creata il ruolo di bionda ingenua e un po’ oca (salvo poi stupire tutti con il suo talento per le parti più drammatiche), nella realtà Marilyn Monroe era una donna intelligente, spiritosa, ma anche fragile e insicura. Il sogno di tutti gli uomini, amata e ammirata dalle donne che cercavano di imitare la sua camminata ancheggiante tagliando un pezzo di tacco da una sola scarpa, come si diceva che facesse lei, e tingendosi i capelli di quell’inconfondibile sfumatura platino.
Il successo e la morte prematura a 36 anni hanno reso Marilyn un’icona, anche se probabilmente, senza che se ne rendesse conto, lo era già. In occasione dell’anniversario della sua morte, avvenuta all’alba del 5 agosto 1962 per un’overdose di barbiturici, alcuni documentari ripercorrono la sua vita cercano di fare chiarezza su quel suicidio che da sempre ha alimentato le più fantasiose teorie complottiste, visti i rapporti della star di Hollywood con il clan Kennedy. È in arrivo anche un biopic, mentre stanno per essere battuti all’asta alcuni oggetti legati in qualche modo a lei.
Le indagini in due documentari su Marilyn Monroe
Il 27 aprile è uscito su Netflix I segreti di Marilyn Monroe. I nastri inediti, che ripercorre dall’inizio i momenti salienti della vita dell’attrice, dai successi cinematografici ai matrimoni con il campione di baseball Joe Di Maggio e il drammaturgo Arthur Miller, per arrivare a quella notte fatale del 5 agosto di 60 anni fa. A raccontare le vicende è lo scrittore irlandese Anthony Summers, autore di Goddess, the secret lives of Marilyn Monroe.
Nel 1982 il caso del suicidio della diva venne riaperto e Summers, che lavorava come giornalista investigativo, decise di seguire la storia. Il tribunale confermò il verdetto di suicidio o morte accidentale, ma per i successivi tre anni Summers continuò a fare indagini e interviste. Alla fine, per la stesura del suo libro pubblicato nel 1985, utilizzò soltanto una parte dei 650 nastri che aveva registrato. Quarant’anni dopo i tempi sono maturi per tirare fuori anche gli altri e ricostruire con tutti i dettagli possibili gli ultimi momenti della vita della diva grazie alle testimonianze della governante, della famiglia del suo psichiatra e delle persone che le avevano parlato negli ultimi giorni. Ne viene fuori un intreccio di misteri, sesso e politica che coinvolge il presidente John Fitzgerald Kennedy e il fratello Robert, procuratore generale degli Stati Uniti, e che aveva finito per intrappolare Marilyn.
Nonostante il successo, Norma Jeane Mortenson (questo il suo vero nome) era alla costante ricerca di sicurezza e di affetto dopo un’infanzia vissuta tra orfanotrofi e famiglie affidatarie e segnata dal trauma delle molestie sessuali. La madre era in manicomio perché schizofrenica, il padre non lo aveva mai conosciuto. A svelarne l’identità provvederà, secondo quanto scrive il magazine Variety, un altro documentario diretto da Francois Pomès e prodotto da Label News. Qui Ludovic Orlando, esperto di archeologia molecolare che lavora in Francia, ha confrontato un campione di capelli della diva messo a disposizione da un collezionista con della saliva del pronipote di Charles Stanley Gifford, il presunto padre biologico di Marilyn Monroe. L’attesissimo Marilyn, Her Final Secret sarà trasmesso in giugno dal canale francese Toute l’Histoire.
Ana De Armas diventa Blonde
La data di uscita ancora non c’è, ma si sa già che sarà vietato ai minori di 17 anni. Parliamo di Blonde, il biopic di Netflix in cui Marilyn Monroe è interpretata da Ana De Armas, la Bond girl di No Time to Die. Il regista Andrew Dominik si è ispirato all’omonimo bestseller di Joyce Carol Oates, che dipinge una diva dark e misteriosa. Una pellicola ad alto tasso di erotismo girata nel 2019 e accantonata perché ritenuta troppo impegnativa e inquietante per il pubblico della piattaforma di streaming, che la trasmetterà nel 2022 con il nuovo rating NC-17.
Nell’anno della Marilyn-mania, sta per essere battuto all’asta anche uno dei celebri quadri di Andy Warhol che ritrae la diva in versione pop con il volto rosa, i capelli giallo canarino e l’ombretto azzurro. Per realizzare quelle serigrafie in serie Warhol aveva utilizzato una foto tratta dal film Niagara del 1952. La versione proposta da Christie’s è Shot Sage Blue Marilyn (1964) e il valore stimato è 200 milioni di dollari. Sarebbe la cifra più alta mai pagata per un’opera del XX secolo e batterebbe il record di Picasso.
Basterà meno (ma neanche tanto se si contano anche bijoux e stola) per portarsi a casa il vestito indossato da Madonna nel 1984 per il video Material Girl. Un abito da sera rosa fucsia con fiocco proprio come quello indossato da Marilyn in Gli uomini preferiscono le bionde (1953). Non a caso, in origine era stato realizzato per il film Norma Jean. Madonna lo noleggiò per quella famosa clip. Il resto è storia.
Di Maria Chiara Locatelli – Foto Getty – IPA