Dalla vittoria di Sanremo gli impegni di Mahmood e Blanco si sono moltiplicati. Da un lato i rispettivi tour e dall’altro l’Eurovision. Ecco come un accordo sbagliato diventa leggenda
Mahmood e Blanco verso l’Eurovision
Mahmood e Blanco, amici per la musica
La storia di Mahmood e Blanco è il racconto di due amici. Di un accordo sbagliato e di un ritornello nato per caso. «C’eravamo conosciuti mentre io stavo lavorando con Michelangelo (Michele Zocca, amico e produttore di Blanco, ndr). Ed è venuto tutto in maniera spontanea, è il bello della musica» spiega Riccardo. Le prime note scritte in un pomeriggio di fine luglio, poi ognuno a casa propria per le vacanze e la promessa di ritrovarsi in autunno, una strofa per uno.
Com’è nata Brividi
«La scorsa estate ci siamo incontrati a Vescovato, in provincia di Cremona, dove ha lo studio Michelangelo» conferma Mahmood. «Lui si è messo a suonare al pianoforte e da una nota sbagliata è nata l’idea del ritornello. Poi abbiamo scritto le strofe separatamente, io in Sardegna a casa di mia mamma». La sua parte, la più onirica (Ho sognato di volare con te/ Su una bici di diamanti) e quella di Blanco, carnale come l’’adolescenza (Tu, che sporchi il letto di vino/Tu, che mi mordi la pelle/Con i tuoi occhi da vipera).
Una canzone d’amore
A ottobre i tre si sono rivisti. Hanno armonizzato le voci, scritto lo special e chiuso la canzone. «È stato un travaglio ma le cose fatte bene vanno lavorate tanto». La canzone parla di un amore difficile da realizzarsi. «È un testo autobiografico. Ho vissuto quello che canto» spiega Blanco. «Il potere di scrivere è di essere sincero. E di raccontare quello che stai provando perché così la gente si può riconoscere». Gli fa eco Mahmood: «Canto episodi che mi sono successi nell’ultimo anno, quando ho avuto la paura di sentirmi sbagliato. Una paura che proviamo quasi tutti». Il cantautore di Soldi lo definisce «un feeling che ci accomuna». Ed è il senso di inadeguatezza: «Brividi è il racconto di due ragazzi che appartengono a due diverse generazioni. Abbiamo dieci anni di differenza ma amiamo con lo stesso trasporto e gli stessi timori».
Supportati da mamma e papà
Amadeus li voleva a Sanremo perché aveva intuito che Mahmood e Blanco avrebbero spaccato. Ma mai avrebbe sognato di averli in gara con la forza dirompente di un duetto d’amore cantato tra uomini. «Mia mamma quando ha sentito Brividi mi ha detto che arrivava subito al primo ascolto. Che era un pezzo diretto e mi ha dato l’idea di Sanremo». Da una parte la madre di Mahmood, dall’altra il papà di Blanco. «Gliel’ho fatta ascoltare in macchina, il pezzo era più o meno finito e lui mi ha detto quasi la stessa cosa della mamma di Ale. Provate ad andare a Sanremo, è la canzone giusta». Il resto è storia. I look meravigliosi e griffatissimi, gli sguardi sul palco. E il Fantasanremo e quella corsa di Riccardo ad abbracciare i genitori in platea. Subito dopo la proclamazione. «Da piccolino li facevo dannare, ti giuro. Vederli piangere è stato bellissimo».
Mahmood e Blanco Eurovision, presto in tour
Tra le date dell’Eurovision da mettere in agenda e i singoli tour in partenza, i due vincitori di Sanremo stanno definendo il lavoro dei prossimi mesi. A fine aprile comincia l’attesa tournée europea di Mahmood, recupero delle date del 2021. E a marzo c’è il gran debutto del Blu Celeste Tour di Blanco. 170mila biglietti già venduti, date sold out e nuovi live estivi da giugno a settembre. Tutto esaurito in poche ore. «Sono grato dell’amore che sto ricevendo. Ringrazio tutti di cuore» ci ha detto il giovane artista di Calvagese della Riviera, provincia di Brescia. «Non vedo l’ora di poter incontrare le persone che mi hanno supportato. Dello show non posso svelare nulla ma farò di tutto perché sia qualcosa di magico».
Prima c’era il calcio
Promessa del calcio, “Fabbro” poco prima della pandemia, si era ritirato dall’attività agonistica per dedicarsi alla musica. «Lo sport è importantissimo. Ma ho scelto un’altra strada perché a un certo punto la musica era diventata fondamentale». Passione che ha contagiato Mahmood: «Quando non sei da solo l’energia è diversa e approcci tutto come una cosa nuova. Ho vissuto questo Sanremo più felice e con più voglia di fare».
Mahmood e Blanco, una bella vittoria
I complimenti di Gino Paoli per Il cielo in una stanza («Abbiamo ricevuto tanti messaggi bellissimi. Siamo rimasti colpiti dalle sue parole, ci ha detto che l’abbiamo cantata in maniera “rispettosa”»). Poi gli applausi e un apprezzamento che va oltre le poche polemiche. Mahmood e Blanco ci hanno restituito la gioia della musica, la speranza e i Brividi dell’amore. C’è da augurarsi che il loro progetto continui. Ma se non dovesse accadere, resterà una bella pagina della musica contemporanea. E una fotografia dell’Italia che ci piace.
di Rachele De Cata