Sanremo 2021: Madame

Madame, la sua “Voce” a Sanremo

03 marzo 2021

Sanremo 2021: Madame. 19 anni, ha presentato il pezzo “Voce” dal suo album “Madame” in uscita il 19 marzo.

Bella, completamente a suo agio su un palco che fa paura un po’ a tutti, anche ai più habitué di lei, Femminile a modo suo in un completo Dior by Maria Grazia Chiuri, a Sanremo 2021 Madame (vero nome Francesca Calearo) ha fatto subito colpo per la naturalezza e la personalità.

Sanremo 2021: Madame. Da dove viene questo talento che hai espresso con “Voce” a Sanremo, chi sono i tuoi riferimenti musicali?

“Le prime influenze vengono dal cantautorato italiano, poi crescendo ho ascoltato molto rap italiano e tanta musica internazionale. Ma sono curiosa di tutto, ora ad esempio per me è il momento della musica russa. Le mie preferenze in Italia vanno a Fabrizio De André, ma per la capacità di tenere il palco vorrei somigliare a Justin Bieber. O Perché no? Ad Adriano Celentano”.

Sanremo 2021: Madame. Il tuo brano “Voce” è dedicato a una lei, ce ne parli?

“La lei in questione è la mia voce. “Voce” è nata nel freestyle, non avevo una base e l’ho cantata di getto. Un periodo in cui non ero innamorata, ho pensato che avrei potuto dedicarla a me stessa, cioè alla mia voce. Ma non sto svicolando, sono dalla parte del mondo LGBTQ, mi piace l’idea di fluidità, di non avere binari precisi”.

Una tua canzone è finita anche nelle stories di Ronaldo, ti ha fatto piacere?

“Sì e no. Ovviamente che il numero uno del calcio mondiale si accorga della tua musica, è un grande goal. Ma io sono meritocratica, alla fine quell’operazione ha portato l’attenzione su di lui, non su di me. E questo è ingiusto”.

Che sensazione hai avuto a cantare senza pubblico?

“Ero completamente a mio agio anche perché, a differenza di molti altri cantanti, non mi è mai capitato di avere un pubblico numerosissimo. E poi perché ero a piedi nudi, una situazione che adotto spesso per calmare l’ansia. Ha funzionato”.

Puoi parlarci del nuovo album “Madame”?

“È una lunga seduta di analisi e autopsicanalisi. C’è tanta semplicità, dolore, pesantezza, assieme, credo a una buona dose di leggerezza”.

Di Elisabetta Sala – Foto Alfonso Catalano_SGPITALIA