Violenza, droghe e alcool, amori tossici. Asia Argento si racconta per la prima volta senza pudori in un’autobiografia che non risparmia nessuno. Prima di tutto se stessa
Asia Argento. Gli elementi della fiaba ci sono tutti. Peccato che la sua sia una favola horror, come quelle che raccontava suo padre nei film. Ma partiamo dal principio. In origine ci sono due “sorellastre” e due genitori famosi, Dario (Argento, regista) e Daria (Nicolodi, attrice), concentrati sulle rispettive carriere e sul loro rapporto conflittuale. A 9 anni Asia bambina è già abituata a prendere botte da orbi, essere cacciata di casa e vagare per Roma con il suo gattino, la sua grande solitudine e il cuore a pezzi, non ancora diventato “selvaggio”.
Un libro coraggioso
Nell’autobiografia Anatomia di un cuore selvaggio (Piemme, € 18,90) la regista e attrice romana (45 anni) racconta in modo spietato un’infanzia violenta, un’adolescenza e una giovinezza di eccessi sui set di tutto il mondo, una vita adulta persa tra passioni malate, alcool, droghe, autolesionismo, disturbi alimentari. Non mancano i terribili lutti: la sorella 20enne Anna (nel 1994) e il suicidio del compagno Anthony Bourdain, nel 2018. E ancora, il massacro mediatico per le denunce del #metoo. Il libro, che si legge d’un fiato, termina con una indimenticabile citazione di James Joyce che dice tutto di lei: “He was alone, unheeded, near to the wild heart of life”. Era sola, inascoltata, vicina al cuore selvaggio della vita.
Come si cresce immerse nella violenza e nella noncuranza?
«Quando la violenza è sistematica, ci si anestetizza. E quella di mia madre lo era: calci, pugni, schiaffi. Una volta mi spaccò il labbro conun anello. Ne ho prese talmente tante che la mia soglia del dolore è altissima. Poi c’era la noncuranza: ero l’unica figlia di entrambi, ma non mi sentivo voluta da nessuno dei due. Capivo che era sbagliatoe ingiusto, forse il grande senso di ingiustizia che vivevo mi ha reso così resiliente. Sono una sopravvissuta, il mio è stato un percorso a ostacoli molto faticoso».
Asia Argento. Una vita ai limiti
A 21 anni dici che la tua anima si è fatta buia come la notte…
«A un certo punto il mio cuore ha fatto crack. Mio padre era andato via di casa, portandosi dietro mia sorella Fiore. Mia madre non aveva voluto più avere la patria potestà su di me. Ero disperata e, per proteggere la bambina fragile, timida e sola, ho usato la corazza della dark lady. Dopo le violenze sessuali del regista Harvey Weinstein passavo le notti piena di cocaina, ubriaca, con uomini che giocavano a dominarmi. Sulle chat room con gli sconosciuti mi facevo chiamare “nihil”, nulla. Volevo scomparire, per far scomparireper sempre il mio dolore. Mi ero arresa alla pericolosità e alla bruttezza del mondo».
La gravidanza è stata la svolta…
«Dal momento in cui sono diventata mamma di Anna Lou, 19 anni fa, la mia vita è cambiata. Anche se con il padre Morgan, nonostante ci amassimo moltissimo, le cose non sono andate come speravo, mia figlia è una ragazza serena, con cui ho un bellissimo rapporto. Anche con Nicola, 12 anni, figlio del regista Michele Civetta, con cui ho avuto un periodo molto felice da “famiglia borghese”, ho un rapporto di dialogo e di amore assoluto. I miei figli sono due persone meravigliose e insieme a loro passo il mio tempo migliore. La maternità è sacra, l’amore per i miei figli lo proteggo perché è il mio giardino privato. Con loro ho imparato a preservarmi, a capire che anche dalle ferite più sanguinolente può nascere qualcosa di buono».
Sono una madre rispettosa
Che mamma è Asia Argento?
«Prima di tutto li faccio sentire protetti. Io non lo sono stata e penso che se cresci amato e capito, nella vita hai una marcia in più. Non sono una despota, sono un punto di riferimento, loro sanno che se si mettono nei guai li risolviamo insieme. E sono molto legati tra loro, cosa che non è stata possibile tra me e le mie sorelle. Con i loro padri non è stato facile, ma non li ho mai influenzati nel giudizio. Per loro ho messo carriera e amori al secondo posto. Sono la cosa su cui mi sono impegnata di più, siamo una famiglia felice e fortunata».
Tua madre è morta di recente. Tuo padre ha 80 anni. Alla fine c’è stata una riappacificazione?
«Io e la mia famiglia siamo rose che sono sbocciate arrampicandosi sulle pareti rocciose. Mia madre negli anni si era liberata dall’alcool e dalla vita promiscua ed era diventata una madre vicina e una nonna modello. Quando ha avuto l’ischemia non ho potuto vederla per due mesi ma ho avuto la fortuna di poterla salutare prima che morisse. Con mio padre ho avuto quasi sempre un ottimo rapporto. Lo adoro, ci sentiamo tutti i giorni, è il mio più grande punto di riferimento oggi».
Per ora voglio restare single
In amore sostieni di non fidarti più di te stessa. Stai bene da single?
«Dopo gli amori malati, le violenze, i rapporti finiti con Morgan e Michele, cercavo un uomo maturo e saldo. E pensavo di averlo trovato nello chef Antony Bourdain. Ma mi sbagliavo: si è tolto la vita all’improvviso e non ho mai capito il perché. La verità è che non cerco un altro rapporto stabile, sono appagata dai figli, dai miei nuovi progetti di lavoro. Ho paura che una relazione porterebbe solo caos ora che sono serena».
Dici: “Il cuore umano è un muscolo che, anche se lo strappi, si ricompone e ricomincia la battaglia”. Tu a che punto sei?
«Da 16 anni faccio psicoterapia e scrivere mi ha aiutato. Faccio meditazione e quando visualizzo la bambina di un tempo, la abbraccio e la faccio sentire amata. Ma, come dico nel libro: “Penso che la mia forza non risieda nel ristorare la mia anima dissanguata in un’oasi di equilibrio e stabilità. Ma continuare a ricercare la mia essenza oltre il miraggio. Dove la vita si fa più vera”».
Di Eleonora Molisani – foto Getty