Dopo Grey’s Anatomy e Scandal la produttrice Shonda Rhimes firma un period drama romantico e scandaloso, Ambientato nella Londra dell’ottocento. Un genere che ha tanti “fratelli”
Bridgerton, la nuova serie targata Netflix
Gossip Girl strizza l’occhio a Jane Austen. E da questo insolito mix nasce Bridgerton, period drama divertente, arguto e travolgente, con tutti gli ingredienti del caso: amori, passioni segrete, scandali La serie di Netflix ha debuttato il 25 dicembre. Otto puntate da vedere d’un fiato sul divano, coperta di pile e fetta di panettone accanto. Tratto dal romanzo Il Duca e Io, primo libro della saga dei Bridgertons di Julia Quinn, è ambientato in Inghilterra all’inizio dell’Ottocento, in epoca Regency.
Siamo nel pieno della stagione dei debutti in società, momento clou per combinare matrimoni vantaggiosi. Grande agitazione dunque, ma il tocco di pepe viene dalla misteriosa e informatissima Lady Whistledown che sventola un succoso giornale di gossip ricco di retroscena e malefatte con tanto di nomi e cognomi. Perfino la regina non se ne perde un numero.
Chi ci sia dietro la scrittrice più famosa e temuta dal “ton”, la buona società londinese, resta per tutti un mistero, svelato solo nell’ultima puntata. È lei la voce narrante della storia, nella versione originale inglese l’ex Mary Poppins Julie Andrews. Spiega la maga delle serie Shonda Rhimes: «Una delle cose che mi ha entusiasmata in questo progetto è stata la narrazione di Lady Whistledown e la sfida di trasferirla dalle pagine allo schermo».
Bridgerton, una storia molto moderna
Gli elementi classici del period drama in Bridgerton ci sono tutti ma, vista la mano di Shonda, prepariamoci a qualche Chris Van Dusen (Scandal, Grey’s Anatomy, Private Practice), il creatore della serie che abbiamo incontrato su Zoom. «Però noi non siamo storici ma storyteller. Volevamo inventarci un period drama mai visto prima e trovare il modo di coinvolgere il pubblico più giovane sotto ogni aspetto. A partire dalla colonna sonora, che contiene la versione strumentale di famosi brani pop, come Girls Like You di Adam Levine».
Fondamentali gli abiti di scena, creati da Ellen Mirojnik: «Bridgerton» dice la costumista, «è stata la sfida più importante della mia carriera. Ho studiato tutto il materiale sull’epoca Regency e poi mi sono chiesta che cosa avrebbe fatto Shonda.
Di sicuro avrebbe voluto qualcosa di giovane e fresco che ogni donna vorrebbe indossare». Banditi i tessuti rigidi, i guanti, i cappellini e le tonalità beige dei veri vestiti dell’epoca, Ellen ha disegnato abiti fluttuanti, puntando su colori attuali. Phoebe Dynevor, l’attrice inglese che interpreta la protagonista Daphne, racconta che a differenza di altre attrici lei portava un mezzo corsetto, per essere più libera nei movimenti.
E il cast maschile che pensa dei costumi di scena? «Credo che quella sia stata l’era più sexy per gli abiti maschili: le camicie aperte, le cravatte, le giacche sartoriali» spiega Jonathan Bailey. Di sicuro lo hanno aiutato a calarsi nella parte di Anthony Bridgerton. Per differenziare le famiglie protagoniste sono state scelte due diverse palette di colore: tonalità pastello per i raffinati Bridgerton, giallo, arancio e oro per i Featherington che rappresentano i nuovi ricchi.
Personaggi tutti da scoprire
La protagonista all’inizio ha l’allure della perfetta deb ma, senza spoilerare, possiamo garantirvi che riserva sorprese. Prosegue Phoebe Dynevor: «Daphne è una figura complessa. All’inizio cerca di adeguarsi alle regole della società, ma poi con Simon può finalmente essere se stessa, spiritosa e sicura di sé. Non dimentichiamo che conosce gli uomini visto che è cresciuta con quattro fratelli».
Già, Simon Basset: il personaggio interpretato da Regé-Jean Page è lo scapolo che tutte le madri vorrebbero accasare con le loro figlie e incarna a meraviglia il ruolo del bel tenebroso: poteva forse mancare? Da tenere d’occhio anche il simpatico duo formato dall’anticonformista Eloise Bridgerton (Claudia Jessie) e la sua amica Penelope Featherington. Nicole Coughlan, che la interpreta, ne parla così: «Sono due outsider, più avanti rispetto ai tempi. Penelope non ha un rapporto facile con la madre e le sorelle, ma sotto l’aria tranquilla nasconde arguzia e intelligenza». Toccherà a lei far sentire a casa Marina Thompson (Ruby Barker), la parente povera che non resterà però a far tappezzeria.
A caccia di antiche dimore
Per ricostruire la Londra Regency, Will Hughes-Jones è andato a caccia di location. «Non volevamo nulla di scuro e tetro, quindi abbiamo ravvivato i locali con cesti di frutta, tavole imbandite, candele e tantissimi fiori. Abbiamo perfino fatto realizzare mobili e tappeti che si adattassero alle case dei vari personaggi». Per non parlare dei saloni pronti a ospitare feste e balli da sogno. Lontani anni luce dalle precise ricostruzioni storiche di The Crown, qui siamo nell’intrattenimento puro. Il fascino discreto del corsetto.
Di Maria Chiara Locatelli