13 December 2019

Carla Gozzi: «Nuova vita agli abiti della nonna»

La style coach della tivù Carla Gozzi lancia la sua collezione Second Chance: capi recuperati nei bauli delle nostre nonne e aggiornati in chiave glam

 

Trovati, scuciti, aggiornati e riconfezionati. Sono gli abiti della collezione Second Chance firmata Carla Gozzi Atelier. Una selezione di capi vintage originali, dagli anni 40 ai primi 90, che la style coach di Ma come ti vesti?! (il programma condotto con Enzo Miccio) ha ridisegnato per recuperare un patrimonio che spesso va perduto: «Sono abiti provenienti da guardaroba privati, appartenuti alle nostre nonne, alle zie, e finiti dalle soffitte a negozi di nicchia, come quello dei fratelli Broche a Bologna».

Da qui l’idea di dar loro una seconda opportunità, che non inquina e promuove la sostenibilità: «I capi fatti a mano dalle sarte, come si usava nel passato, possono essere ancora utilizzati, perché le stoffe erano di qualità migliore: si usavano la lana, la pura seta e non il poliestere, e ogni pezzo nasceva già con l’idea di essere girato a sorelle e figlie, e non di essere dismesso alla stagione successiva».

I materiali e i dettagli fanno la differenza, come la stoffa conservata all’interno delle cuciture per poter allungare gli orli e allargare le forme, o le fodere per dare più sostegno e struttura ai capi. Ma quasi nulla resta identico all’originale. «Grazie alla mia squadra di sarte facciamo modifiche di due tipi: da una parte sostituiamo zip e bottoni mentre dall’altra studiamo il design del capo per renderlo attuale e mettibile». Come? «Mediante la riduzione di volumi, il riposizionamento del punto vita, l’inserimento di maniche e colletti contemporanei».

Il risultato è sorprendente: camicie stampate dall’appeal Seventies, gonne plissettate super attuali e little black dress perfetti per le prossime feste. Tutto in vendita nell’Atelier di Reggio Emilia, o nella sezione My Shop del sito con prezzi dagli 80 ai 200 euro per un outfit completo: «Preferisco lo shop look all’acquisto del singolo capo, perché negli abbinamenti metto la mia esperienza di personal shopper».

GUIDA ALL’ACQUISTO PERFETTO

Spiega Carla Gozzi: «Nella scelta dell’abito si parte da due tipologie di donne diverse; la femminile che mette in mostra la scollature, le gambe, le aderenze perché si trova a suo agio nel proprio corpo e la donna minimal che ama invece le scarpe basse, i jeans, il tricot che non si stropiccia, e predilige non fare grandi contrasti di colore per non avere al mattino dubbi su come abbinarli». Anche la sua collezione Second Chance segue questa divisione ma, a differenza delle linee di moda tradizionali, non ha stagionalità ed è in continuo riassortimento: «La preselezione  è fondamentale. I pezzi devono essere integri e non rovinati, anche se un ruolo importante lo giocano la tintoria che smacchia a mano i tessuti e la stiratura, che deve essere impeccabile».

Ultima chicca: ogni capo è per sua natura un pezzo unico, che viene venduto accompagnato dalle misure precise (seno, fianchi, girovita, lunghezza ecc…) e da una carta di identità che ripercorre la vita di blazer e camicie. Si scopre così, ad esempio, che l’abito arancione (nella foto a destra) conserva la passamaneria originale degli anni 70 mentre il punto vita è stato alzato per adeguarlo alle fisicità di oggi. Mentre l’abito nero (foto in alto), proveniente da un archivio anni 80, presenta l’aggiunta delle maniche in voile: «È un escamotage stiloso per rinfrescare il giromanica del tubino ed essere al passo con la moda». Parola di esperta.

Di Rachele De Cata