Il rapper Shade a Tokio per il festival “Italia Amore mio”

28 April 2018

Il 21 e 22 aprile a Tokyo si è tenuto il Festival Italia Amore mio, che celebra le eccellenze italiane. Tra i nostri connazionali invitati, il rapper Shade. Che ha scritto per noi questo piccolo diario.

 

Se potessi prendere una DeLorean e tornare nel 2005 a dire al giovane Shade che un giorno, grazie alla musica sarebbe arrivato addirittura dall’altra parte del mondo, so per certo che lui non mi crederebbe. Quando sono arrivato a Tokyo, trovando grattacieli anche nelle zone periferiche, mi sono sentito tanto piccolo. Non avrei mai pensato che la stessa città, pochi giorni dopo, mi avrebbe fatto sentire allo stesso tempo così grande. Sono da sempre stato un amante della cultura giapponese in ogni suo aspetto. In questi giorni sono rimasto affascinato perfino dall’ordine con cui le persone camminano in metropolitana. La gentilezza di questo popolo è incredibile, se chiedi indicazioni non si limitano a dirti dove andare, ma ti ci accompagnano. Credono nel karma, così si dice.

Io non so cosa abbia fatto di buono per meritare un’esperienza simile, ma quando ho camminato per le strade di Shibuya, ho ammirato la statua di Hachicko dal vivo, quando ho visto il Senso-Ji temple ad Asakusa, il quartiere Nakano con i disegni originali dei cartoni giapponesi con cui sono cresciuto… mi sono sentito felice come mai prima. Sognavo questa terra da anni. E quando si è palesata l’occasione di raggiungerla grazie alla mia musica, non ho potuto non approfittare dell’invito della camera di commercio italiana, arrivato tramite un’amica come la Pina che di Giappone ne sa parecchio e ci ha addirittura scritto un libro (I love Tokyo, ndr).

Arrivato al quarto e ultimo giorno, dopo aver dormito 2 ore a notte per poter godere a pieno ogni secondo questo posto meraviglioso aveva da offrirmi, avevo concepito l’idea che questo evento, che questa mia performance, fosse solo una formalità. Che questo Paese che aveva così tanto da mostrare, non fosse nemmeno interessato a una ragazzetto che canta parlando veloce. Già di mio tendo spesso a sottovalutarmi, come non farlo davanti all’onnipotenza del Giappone?

Così, dopo una bella passeggiata fino al Tokyo Sky Tree, torre altissima e imponente, secondo edificio più alto al mondo, circa 635 metri, per me che soffro di vertigini percepiti almeno mille di più, (roba che nemmeno stare sopra un aereo), torniamo verso Shinagawa, dove abitiamo e dove si terrà anche il festival ITALIA AMORE MIO. Ad aspettarci, insieme alle persone della camera di commercio italiana a Tokyo, i volti amici della Pina, di Emiliano Pepe e di tutti i ragazzi italiani dello staff. La cosa ci incoraggia non poco.

Ora sono sul volo di ritorno (c’è il wifi, non sto rischiando di far cadere l’aereo giuro). Posso dire a mente lucida che credo di non aver mai provato un’emozione simile. Ero lì sul palco, e tra un pezzo e l’altro mi dicevo “ehi, ma sono a Tokyo! C’è del pubblico per me, dall’altra parte del mondo!”, e me ne rendevo conto perché dovevo parlare in inglese. Sono riuscito anche a dire qualcosina in giapponese, tra cui bene ma non benissimo! (“ine sogoku iokuwanaikedo” non sarebbe molto musicale, ma per fortuna non abbiamo dovuto cantarla tradotta). C’erano molti di italiani lì per me, un sacco di giapponesi che sapevano chi fossi e mi chiedevano altri concerti lì!

Riuscite a immaginarlo? È stato assurdo. Incredibile. In momenti come questo, realizzo che forse se avessi una DeLorean non direi nulla al Vito di 16 anni. Lo lascerei scoprire tutta la bellezza che la vita ha in serbo per lui. Forse, se una DeLorean l’avessi davvero, userei il flusso canalizzatore per rivivere esperienze simili.

Arigato Gozai Mas, Tokyo. Ci rivediamo presto.

di Shade