«A 20 anni non ero un ribelle che sgommava con le auto ma un chitarrista per le strade di Asbury Park, già membro di quella categoria di chi “mente” al servizio della verità: gli artisti con la A minuscola». Bruce Springsteen, 67 anni, si racconta per la prima volta nell’autobiografia Born to run (Mondadori, € 23; e-book € 9,99), in libreria dal 27 settembre, preceduto il 23 settembre dalla raccolta Chapter and verse, con diciotto brani, tra cui cinque inediti.
Dalle schitarrate con la E Street Band al The River tour 2016, che a luglio lo ha portato a Roma e Milano, esordisce con la solita saggia ironia il rocker più amato del mondo, 120 milioni di dischi venduti, talento, passione e impegno sociale.
The Boss racconta la sua vita a cuore aperto («In queste pagine cerco di svelare ai lettori la mia mente»), a partire dall’infanzia nel New Jersey «un luogo pieno di poesia, di pericolo e di buio», i tre elementi che hanno alimentato la sua ispirazione. Ripercorre i tormenti interiori da cui sono nati successi mondiali come Born to run (“nato per correre”), scelto non a caso come titolo del libro della sua vita.
Poi c’è il Bruce marito, il padre, lo storyteller da sempre impegnato a dare voce agli “ultimi d’America”, in prima linea contro la guerra, il nucleare, il razzismo, il sessismo, l’omofobia. Non manca il kit di sopravvivenza per aspiranti rocker: «Dna, talento, dedizione, sensibilità estetica quasi maniacale, bruciante desiderio di successo, amore, sesso, donne, ammirazione, qualche dollaro in tasca e… un fuoco che ti brucia dentro. Senza spegnersi mai».
Il suo intenso memoir ha il ritmo e la potenza di uno dei suoi concerti rock, tanto che dal 23 settembre (quattro giorni prima dell’uscita del libro in contemporanea mondiale) si può acquistare l’album raccolta Chapter and verse, con 18 brani, tra cui cinque inediti, che corrono in parallelo con il libro e raccontano in musica la sua vita on the road.
Eleonora Molisani
