Annalisa è una grafomane. Scrive in continuazione, in ogni momento e circostanza, incurante di dove o con chi è. C’è sempre qualcosa di urgente che spinge per uscire fuori, un pensiero, una parola, un accordo. Sul cellulare ha un piccolo pianoforte, così se le scappa una melodia si segna anche quella. Poi arriva a casa, perfeziona, mette in archivio. Ha scritto quattro album in cinque anni, ma tante cose sono ancora nel cassetto. Non aveva in mente di tornare a Sanremo quest’anno, poi Diego Calvetti le ha fatto sentire Il diluvio universale, brano perfetto per il Festival e lei non ha resistito: ha tirato fuori qualche foglio et voilà, l’album nuovo era pronto: uscirà il 15 aprile e si chiamerà Se avessi un cuore. “L’album della maturità” lo definisce, perché da pochi mesi ha compiuto trent’anni e insomma, di strana ne ha fatta già un po’.
L’amore non è una colpa, non è una scelta. Allora cos’è?
“L’amore è una necessità per ciascuno di noi. E le nostre necessità cambiano col tempo. Sono del Leone, determinata e umorale. Spesso quello che mi sembra perfetto un giorno, lo butterei pochi giorni dopo, succede così anche con le canzoni. Poi l’amore si declina in molti modi diversi, perché tante sono le passioni della nostra vita”.
Ci racconta le sue?
“La musica. Non ho mai avuto un cedimento, il desiderio di dedicarmi ad altro. Il primo disco della mia vita era dei Dire Straits, Money for Nothing. In copertina c’era una splendida chitarra rosa e mi sono innamorata. Oggi lo so con certezza, avrei fatto comunque la cantante, anche senza Amici e tutto quello che è venuto dopo. Senza quei passaggi oggi sarei a fare musica in qualche locale sconosciuto”.
Altri amori?
“La mia famiglia. Piccola, perché sono figlia unica, ma larga: zii e cugini che sono come fratelli. Siamo sempre tutti insieme. Mi piace il concetto di radici, il senso di appartenenza”.
Il tema famiglia in Italia è sempre all’ordine del giorno.
“Io credo che tutti debbano avere gli stessi diritti, mi sembra assurdo addirittura che qualcuno si ponga ancora la domanda. L’amore è amore, punto, non capisco cosa ci sia da discutere”.
Dal punto di vista sentimentale com’è messa?
“Ho un compagno da un paio d’anni, ma non mi chieda il suo nome, proprio non mi va. Ci siamo conosciuti mentre io registravo un disco, ci siamo annusati e piaciuti. Perché siamo simili, abbiamo lo stesso approccio cauto, timido alla vita. La teoria secondo cui in amore gli opposti si attraggono non mi ha mai convinta, è una stupidaggine”.
Che tipo di persone sono i fan di Annalisa?
“Sono convinta che alla lunga, ciascuno di noi ha fan che gli somigliano. I miei sono davvero simili a me: poco invadenti, rispettano i miei tempi. Con quelli storici c’è un rapporto ormai consolidato, sanno come e dove trovarmi ma sono discreti. Qualche settimana fa una ragazza voleva portarmi un regalo, ma l’ha lasciato sullo zerbino di casa”.
Che rapporto ha con il suo corpo, si piace?
“Abbastanza, con gli anni ho imparato a valorizzarmi, ho capito dove far cadere l’attenzione”.
E dove la fa cadere?
“Sul viso e sulle gambe, i miei punti forti. A Sanremo ho indossato abiti di Mario Dice: lunghi femminili. Voglio somigliare alla donna che sento di essere diventata. Ancora in crescita ma donna”.
di Elisabetta Sala