Robert Pattinson: «Davanti ai flash, mi sento solo e indifeso. Dietro invece…»
Ha proprio l’aria del timido, Robert Pattinson. Parla grattandosi la barbetta incolta e ogni tanto scoppia in una risata nervosa. Cerca di smontare l’aura del divo a colpi di autoironia («Un giorno si scoprirà che sono una schiappa»). Forse sogna di tornare uno sconosciuto o quasi, lontano dai flash che lo inseguono insieme alla fidanzata, la cantante FKA twigs, e dai tormentoni del gossip (Ma allora si sposano o no… Lei pensa troppo alla carriera… Lui vuole un figlio…). Dev’essere anche per questo che, nel suo nuovo ruolo al cinema, è passato dall’altra parte della barricata e il paparazzo lo fa lui: nel film Life di Anton Corbijn, nei cinema dall’8 ottobre, interpreta Dennis Stock, il fotografo dell’agenzia Magnum che negli anni 50 sbarcava il lunario inseguendo le star e si rivelò poi un artista scattando le immagini più celebri e iconiche di James Dean (interpretato da Dane DeHaan). Il film racconta l’amicizia tra i due: uno è l’astro nascente che si ribella ai diktat di Hollywood (l’attore Dane DeHaan), l’altro è un trentenne con un’ex moglie e un bimbo con il quale non sa relazionarsi. In compenso coglie qualcosa di speciale in quel giovane attore introverso e sarà lui stesso, con le sue foto pubblicate sulla rivista Life mentre esce nei cinema La valle dell’Eden, a consacrarlo divo.
Non avrebbe interpretato volentieri anche James Dean?
«Assolutamente no. Per calarsi in un personaggio è necessario che scatti un’empatia e, anche se Dean è un’icona, io non ne ho mai sentito molto il fascino».
Però avete qualcosa in comune, a cominciare dalla celebrità improvvisa.
«Vissuta in modo ben diverso, però. Lui ne era consapevole e sapeva che vita voleva: era disincantato, per questo fuggiva dai red carpet. Io invece mi ci sono trovato dentro a 21 anni, senza capire cosa mi stesse succedendo. Sono stato travolto. Ricordo le prime interviste, il mio agente non sapeva più come zittirmi».
Anche lei era un po’ ribelle?
«Macché, oggi nessun attore violerebbe le regole di Hollywood: resteremmo tagliati fuori. Più che altro facevo lo scemo. Per non sembrare presuntuoso dicevo cose tipo: “Non so di cosa sto parlando”. Peccato che mi prendesero tutti sul serio. Passavo per un idiota».
Che effetto le ha fatto stare dalla parte di chi fotografa?
«Stranissimo. Sono sempre io davanti ai flash e mi sento sempre così solo e indifeso sui red carpet… Non avevo mai pensato alle persone reali che ci sono dietro agli obbiettivi. Restano nascosti tanto quanto noi attori siamo esposti, e premono solo un bottoncino ma hanno un grande potere. Però la storia di Dennis Stock è diversa: lui è un artista e con James Dean ha creato una relazione. Le sue foto sono tuttora più viste di film come Gioventù bruciata o Il gigante».
Lui aveva passato tre giorni con Dean, in campagna. Lei farebbe mai entrare un fotografo a casa sua?
«Oh no, vivrei malissimo! Ma forse verrebbero immagini meravigliose. Girando il film mi sono appassionato alla fotografia anch’io: il regista mi ha dato una vecchia Leica, per impratichirmi, e me la sono portata in giro due mesi, pure a Marrakesh, sul set del film Queen of the Desert di Werner Herzog (Dove lui interpreta Lawrence d’Arabia. Il film non è ancora uscito in Italia, ndr). Mica facile fare qualcosa di decente. In compenso, vedendomi con quell’apparecchio vintage, molti avranno pensato: “Guarda quanto se la tira quello”».
Un giorno le piacerebbe anche fare film, oltre che foto?
«Forse sì. In fondo è come calarsi in tutti i personaggi della storia, anziché uno solo».
Tre anni fa, con “Cosmopolis” di David Cronenberg, ha svoltato nel cinema d’autore. È stato facile o si è sentito sbalzato fuori dalla “zona comfort”?
«Io non ho una zona comfort: mi sento sempre fuori posto!».
Vive ancora male la celebrità?
«Vado a giornate. Se sei di cattivo umore, ti sembra insopportabile camminare per strada e sentirti chiedere l’autografo. Se sono in buona, penso: “Vabbeh, che sarà mai se faccio un selfie”».
Vivere a Londra la fa sentire più a suo agio? (È tornato per stare con la fidanzata Tahliah Debrett Barnett, nota come FKA Twigs, ndr).
«Sì, sto bene nel mio paese e mi piace poter vedere i miei amici di sempre: sono quelli che ho fin dall’adolescenza ma, facendo il mio mestiere, non è facile mantenere le relazioni nel tempo».
Oggi pensa che “Twilight” sia stato un vantaggio per la sua carriera?
«Beh, tranne quando qualcuno mi vede con lo sguardo un po’ fisso e mi chiede: “Stai forse facendo Edward?”».
Valeria Vignale @vavign