Joanne Harris torna con la raccolta di racconti “Un gatto, un cappello e un nastro”

28 October 2014

Un gatto, un cappello e un nastro (Garzanti, su inMondadori € 15,81, e-book € 9,99): è un titolo fatto di dettagli quotidiani quello dell’ultima raccolta di racconti di Joanne Harris. L’autrice dell’indimenticabile Chocolat, uno dei best-seller più venduti di tutti i tempi, finito anche al cinema, ci regala istantanee di vita vera con un retrogusto incantato. Harris popola le sue storie brevi di personaggi sempre profondamente umani, come Faith e Hope, due anziane signore che si improvvisano detective, oppure un gruppo di ragazzini abituati a viaggiare più nella rete che nella realtà, o un attore che all’improvviso si ritrova la casa infestata di fantasmi. Con la sua prosa inconfondibile, divertita e a tratti surreale, l’autrice inglese concentra in poche pagine la sua enorme forza narrativa, catturando il lettore dalla prima all’ultima riga, e proiettandolo in un mondo che oscilla tra malinconia e voglia di riscatto.

Un gatto, un cappello e un nastro. Perché questo titolo?
«Ho pensato: “Se dovessi partire per un’isola deserta che cosa porterei con me?”. Mi sono detta: “Sceglierei un gatto per la compagnia, un cappello per proteggermi dal sole e un nastro, che potrebbe essermi utile in tante situazioni. Il vero intento, però, era partire da tre semplici dettagli della vita quotidiana per inventare storie che si intrecciano in modo fantasioso e inaspettato».

Nei suoi racconti c’è la magia di Maggie, che in una pasticceria trova la dolcezza che la vita le ha negato, ma anche la durezza di situazioni attuali, come un gruppo di ragazzini che finisce nelle maglie del web. Sono storie vere?
«Alcune sono vere, altre verosimili. Mi ispiro ai libri che leggo, alla televisione, ai giornali, ai viaggi che faccio. Le storie sono attorno a noi. Ovunque. Sono lì che aspettano di essere raccontate».

Dopo aver venduto best-seller mondiali (tra cui Chocolat e il sequel, Le scarpe rosse) è tornata ai racconti. Qual è la forma narrativa che le è più congeniale?
«Non sono tornata per sempre alle storie brevi. Scrivo romanzi, e ho sempre scritto racconti. Sono due generi diversi, che appagano esigenze diverse. I racconti sono cartoline da una moltitudine di mondi. Le storie sono un viaggio alla scoperta di quei mondi».

Lei dice: “Niente è impossibile nella nostra vita se usiamo l’immaginazione”. Lo crede davvero?
«Certo, senza l’immaginazione non riusciremmo a realizzare nemmeno uno dei nostri sogni».

Qual è il complimento più bello che si è sentita fare dai suoi lettori?
«Un uomo di 70 anni mi ha scritto dicendomi che aveva smesso di leggere da anni e si è innamorato di nuovo della scrittura grazie ai miei racconti. Esiste un complimento più bello per uno scrittore?».

Un gatto, un cappello e un nastro ha già venduto 5 milioni di copie nel mondo: secondo lei qual è la forza dei suoi racconti?
«Probabilmente gli intrecci inaspettati che ho cercato di creare tra personaggi molto diversi tra loro. Il fatto che nella vita, alla fine, ci sia sempre una possibilità di riscatto. L’accesso a mondi un po’ magici ed evanescenti che mi piace regalare ai lettori. O forse un mix di tutto questo».

Di Eleonora Molisani @Naturalbornraw