03 February 2014

È morto Philip Seymour Hoffman: addio al premio Oscar trasformista

Philip Seymour Hoffman, 46 anni, è stato trovato senza vita nel suo appartamento di Manhattan, si presume a causa di un’overdose. L’attore era sempre stato franco sui suoi problemi con alcool e droghe ed era pulito da 20 anni quando, poco tempo fa, si era fatto ricoverare in clinica per una ricaduta.

Nonostante il suo ruolo più famoso sia quello dello scrittore Truman Capote in A sangue freddo, ruolo per cui ha vinto l’Oscar nel 2005, Hoffmann era un vero trasformista e uno specialista dei ruoli da non protagonista. Aveva fatto il suo grande debutto, un po’ in sordina, in Profumo di donna nel 1992, da lì, una carriera tutta in salita: Twister (1996), Boogie Nights del ’97. Il 1998 era stato l’anno de Il grande Lebowski, seguito da Il talento di Mr. Ripley e Magnolia l’anno successivo. Una volta biondissimo, una volta coi capelli scuri, l’attore prendeva e perdeva peso a seconda del ruolo e alla storia che voleva raccontare, tanto da rendersi quasi irriconoscibile da un film all’altro, come in La guerra di Charlie Wilson, del 2007, in cui si camuffa dietro a occhiali, capelli e baffi scuri. Dopo l’Oscar nel 2005, interpreta un prete sospettato di pedofilia al fianco di Meryl Streep in Il dubbio. Negli ultimi anni erano continuati i ruoli di primissimo piano era stato l’inquietante maestro di vita di The Master, nel quale in molti hanno avvertito l’eco di Scientology, le Idi di marzo (nel 2012, quarta candidatura all’Oscar), il secondo espisodio della trilogia di Hunger Games, in La ragazza di fuoco del 2013, A most Wanted Man, appena presentato al Sundance Film Festival e In God’s Pocket, di cui era anche produttore.

Hollywood, e il mondo intero, hanno perso uno dei più versatili e appassionati interpreti degli ultimi vent’anni, e come ha commentato Jim Carrey “Caro Philip, bellissima bellissima anima. Per i più sensibili tra di noi, il rumore può essere troppo”.

di Manuela Puglisi