E’ la quinta volta che Dolcenera affronta il Festival di Sanremo. La prima volta, correva l’anno 2003, ne uscì da vincitrice, era la categoria Proposte, con Com’è straordinaria la vita. Però, assicura lei, «ho fatto le prove in questi giorni ed è stato ancora più bello: non avevo mai provato questa sensazione di totale libertà nell’esecuzione, l’orchestra è davvero straordinaria». La sua canzone si intitola Ora o mai più (le cose cambiano) e spiega come in un rapporto di coppia anche datato, la magia sia sempre a portata di mano, basta soffermarsi sui semplici dettagli di ogni giorno.
C’è molto di autobiografico?
«Sì, è la mia storia (la cantante ha lo stesso compagno, il suo manager Gigi Campanile, da quando aveva 18 anni, ndr). Le persone all’interno di un rapporto crescono e cambiano ma è importante mantenere intatta la sorpresa di incontrarsi e condividere i momenti importanti. Nel brano canto “quando tutto sembra uguale, tutto può cambiare”. Basta dare il giusto peso al quotidiano e le cose possono funzionare».
Tra i colleghi in gara con lei, chi è più curiosa di incontrare?
«In realtà io al Festival non ho mai sentito forte la competizione: abbiamo tutti percorsi e stili così differenti che sembra impossibile metterci a confronto: ho voglia di incontrare gli amici, come Enrico Ruggeri. Ogni volta che l’ho incontrato ha detto qualcosa che non ho dimenticato».
Ad esempio?
«Che non misuri il tuo successo nell’arco di una canzone, ma col percorso che fai, in quanto sei capace di durare nel tempo. Ci vogliono ameno trent’anni per avere chiaro quanto valga un artista».
Nella serata cover si misura con un bel pezzo di Nada, Amore disperato.
«Io sono una cantante a due facce: quella elettrorock, un po’ punk e quella più intima che suona al pianoforte. Il pezzo scritto da me e quello di Nada mi permettono di mettere in luce tutti i miei modi di esprimermi».
Subito dopo il Festival sarà il nuovo giudice di The Voice of Italy. Come sta andando quest’esperienza?
«E’ bello. Ovviamente chi si presenta al programma si aspetta di essere aiutato a crescere e formarsi. E questo mi sembra un lavoro davvero interessante».
Elisabetta Sala